L’editoriale del direttore: se nemmeno il Santo Padre può parlare di pace

Giusto questa settimana in cui tante discussioni hanno suscitato le sue frasi sul conflitto in Ucraina, il Cittadino propone (gratuitamente e in omaggio con la copia del giornale in edicola) uno speciale dedicato al primo decennio di pontificato di papa Francesco.
Il direttore Cristiano Puglisi
Il direttore Cristiano Puglisi

È frutto del caso che, giusto questa settimana in cui tante discussioni hanno suscitato le sue frasi sul conflitto in Ucraina, il Cittadino proponga (gratuitamente e in omaggio con la copia del giornale in edicola) uno speciale dedicato al primo decennio di pontificato di papa Francesco: l’uscita era programmata da tempo.

Tuttavia l’occasione è sicuramente propizia per riflettere su quanto è avvenuto, negli ultimi giorni, attorno alle parole del Santo Padre (“è più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare”, ha detto Bergoglio ai microfoni della radio-televisione svizzera Rsi).

Come possa accadere che un’invocazione di pace, da parte del vertice della Chiesa, divenga oggetto di critiche e polemiche va davvero al di là di ogni umana comprensione e ci fa capire in quali tempi assurdi stiamo vivendo. Tempi in cui le classi dirigenti d’Occidente sono evidentemente così attratte dalle armi che neppure il capo religioso più autorevole sul pianeta può essere libero di pensarla diversamente, tanto da costringere il segretario di Stato del Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, a precisare, in un’intervista al Corriere della Sera, che “negoziare non è debolezza, ma è forza. Non è resa, ma è coraggio“.

Piaccia o meno a lorsignori, in questo non vi è nulla di sbagliato. Ma proprio nulla.