Analizzando la dinamica dose-risposta del SARS-CoV-2 in fase fluida dopo l’esposizione ai raggi UV222 da lampade eccitanti KrCl, i ricercatori dello studio attuale hanno analizzato la fattibilità dei raggi UV222 per ridurre la trasmissione del SARS-CoV-2.
Le unità formanti placca (PFU)/millilitro dei campioni prima e dopo l’irradiazione UV sono state calcolate usando test di placca modificati e sono stati eseguiti saggi di crescita del SARS-CoV2. Per determinare il numero di duplicati del gene N della SARS-CoV-2/L nell’acido ribonucleico (RNA) virale e per valutare il contributo della distruzione del gene N della SARS-CoV-2 alla cinetica di disinfezione, sono stati eseguiti test qualitativi di trascrizione inversa-polimerasi a catena di eventi (RT-qPCR) che attaccano il genotipo del nucleocapside (N) della SARS-CoV-2.
L’acido desossiribonucleico complementare (cDNA), che correla il numero di copie del gene N ai valori di soglia di ciclo (CT), è stato creato dall’RNA trascritto in vitro (ITV). Le concentrazioni di proteina N del SARS-CoV-2 sono state misurate con test di immunoassorbimento enzimatico (ELISA) ed è stato valutato il ruolo della degradazione della proteina N del SARS-CoV-2 nella cinetica di disinfezione.
Per le indagini sulle colture cellulari sono stati utilizzati SARS-CoV-2, ceppo USA-WA1/2020 o cellule Vero. Per misurare l’andamento della radiazione della sorgente UV222 è stato utilizzato uno spettroradiometro. Per determinare l’irraggiamento UV-C totale incidente è stato utilizzato un radiometro dotato di sensori solari ciechi e diffusori a occhio largo. Con l’ausilio di uno spettrofotometro, è stata determinata la densità UV-vis di stock funzionanti di SARS-CoV-2.
La velocità di reazione LR del danno del gene N determinata mediante N1 qPCR è stata 10 volte inferiore al tempo LR coerente con l’infettività del SARS-CoV-2 misurata mediante panel test. È possibile che il danno delle proteine N della SARS-CoV-2 contribuisca maggiormente alla disinfezione della SARS-CoV-2 rispetto al danno del gene N della SARS-CoV-2, poiché non vi è una forte correlazione tra la cinetica di degradazione del gene N (determinata mediante qPCR) e la disinfezione della SARS-CoV-2.
Per ampliare la portata della protezione dalla SARS-CoV-2, l’emissione di raggi UV potrebbe essere utilizzata per integrare misure preventive come i booster, l’uso di maschere facciali e l’isolamento sociale.