OpenSea riuscirà a prevalere su Blur e gli altri?

Blur è riuscito a conquistare una grossa fetta della quota di mercato di OpenSea. Ma questa situazione è destinata a durare?

Il marketplace NFT emergente Blur potrebbe aver dato vita a una battaglia aperta contro l’ex leader del mercato, che però sembra riuscire a tornare alla ribalta, anche se lentamente.

Secondo i dati di Dune Analytics e sealaunch.xyz, la percentuale di utenti unici su OpenSea ha registrato un aumento a partire da metà febbraio.

Allo stesso tempo, però, dopo l’airdrop, si è riscontrata una significativa diminuzione della dimensione media delle vendite per utente su Blur. Da quel momento il volume di scambio di raccolte importanti come CryptoPunks, BAYC, Otherdeed, MAYC, Meebits, Moonbirds, CloneX e Doodles è diminuito su Blur ma è aumentato su OpenSea.

BLUR, il token di governance, è stato distribuito agli utenti la scorsa settimana: ha accumulato più di $ 1 miliardo di volume di scambi.

Blur vs OpenSea

Come parte della sua strategia, Blur ha aggiornato la sua policy, secondo la quale i creatori di NFT non possono guadagnare contemporaneamente royalties su Blur e OpenSea. Durante il suo lancio, avvenuto a novembre, Blur non ha imposto diritti d’autore completi, quindi non ha previsto una commissione per i creatori, da raccogliere sulle vendite secondarie dei loro oggetti da collezione digitali. Al contrario, infatti, spettava agli acquirenti scegliere se onorare le royalties di un artista; tuttavia, successivamente per queste è stata prevista una commissione minima dello 0,5%.

Pare inoltre che OpenSea avesse bisogno di nuove collezioni, per impedire a Blur di ricevere royalties forzate; di conseguenza Blur ha tentato di eludere questa blocklist sviluppando un nuovo marketplace sul protocollo Seaport di OpenSea. L’obiettivo era quello di consentire ai creatori di ricevere royalties complete su entrambe le piattaforme.

Lo scorso novembre OpenSea ha messo in commercio delle collezioni che chiedevano royalties forzate, in modo da bloccare i marketplace che non sono in grado di onorarle del tutto.

Il volume delle vendite di NFT è salito alle stelle lo scorso febbraio, anche grazie a Blur, che è stato in grado di superare il volume di scambi di OpenSea.

Accuse di manipolazione del mercato

Il volume di scambi di Blur ha superato il miliardo di dollari a febbraio, un risultato reso possibile dai movimenti di poche balene che hanno accumulato token BLUR per ottenere gli incentivi previsti.

Cryptoslam, una piattaforma leader per il monitoraggio delle vendite di NFT, rimuoverà dai suoi dati scambi di Blur per un valore di 577 milioni di dollari, per “manipolazione del mercato”.

Ha inoltre rivelato che l’80,5% del volume delle vendite di Blur, a partire dal 14 febbraio, è stato ottenuto tramite il wash trading, mentre solo il 2,6% del volume delle vendite di OpenSea è stato ottenuto nello stesso modo e nello stesso periodo di tempo.

Vediamo adesso tre progetti in prevendita che puntano sugli NFT e che sono destinati a far parlare di sé quest’anno.

Fight Out rivoluziona il move-to-earn

Il settore degli NFT è in ripresa, anche grazie a progetti come Fight Out, che intende rivoluzionare il settore del move-to-earn con incentivi per praticare attività fisica. Anche se il leader del settore è StepN, questo ricompensa solo per attività come la corsa o la camminata, mentre Fight Out non solo premia gli utenti per seguire un vasto programma di allenamenti, ma introduce anche uno stretto collegamento tra la realtà e il web3, con la realizzazione di palestre fisiche che connetteranno gli utenti della sua community.

All’interno del suo metaverso, gli utenti saranno raffigurati da avatar NFT soulbound, ovvero “legati all’anima” e quindi in grado di avanzare di livello man mano che l’utente raggiunge gli obiettivi che si è prefissato di ottenere grazie al programma di allenamento.

Fight Out è attualmente in prevendita del suo token nativo, FGHT, che ha ora un valore di 0,0261 dollari, ma che aumenta ogni 12 ore fino al termine, previsto per il 31 marzo. Il listing sui CEX è in programma per il 5 aprile, a 0,0333 USDT.

C+Charge rivoluziona la ricarica dei veicoli elettrici

Un altro progetto che merita attenzione è C+Charge, che ha in mente di modificare il metodo di ricarica dei veicoli elettrici tramite un’app che permette di pagare attraverso il proprio token CCHG.

Per effettuare questa operazione, il conducente riceve crediti di carbonio, tokenizzati su blockchain e che possono essere convertiti in NFT o venduti. La rivoluzione sta nel fatto che, finora, questi crediti venivano riscattati solo dalle grandi imprese, per cui C+Charge vuole rendere democratico questo tipo di mercato. 

Inoltre il progetto prevede una rete fisica di stazioni di ricarica: attualmente è presente già nel 20% di quelle turche. I gestori che aderiranno a questo progetto, diventandone affiliati, non solo avranno dei vantaggi dal punto di vista economico, ma potranno anche usufruire di una diagnostica del proprio impianto attiva 24 ore su 24. D’altro canto, gli automobilisti potranno visualizzare sull’app quale sia la stazione più vicina, conoscere in anticipo il costo della ricarica e la disponibilità in tempo reale delle colonnine per la ricarica. 

Il token CCHG si trova nella sua ultima fase di prevendita, prevista per la fine di marzo.

RobotEra, un metaverso in stile The Sandbox

In conclusione, c’è RobotEra, un metaverso popolato da avatar NFT robot, ognuno dei quali corrisponde a un utente. Lo scopo del gioco è quello di ricostruire il pianeta Taro, distrutto in seguito a un conflitto. 

Il punto di forza di RobotEra è la totale libertà, da parte degli utenti, di costruire qualsiasi cosa vogliano sul pianeta, partendo dalla terra e per arrivare agli edifici. Ogni elemento presente sul pianeta è un NFT; ci sono inoltre varie opportunità, da parte dell’utente, di guadagnare il token nativo TARO, come l’esplorazione delle terre, l’estrazione mineraria o la coltivazione degli alberi sacri.

Sarà inoltre possibile creare eventi, concerti, mostre, ai quali si potrà accedere a pagamento, in base alla quota stabilita dall’utente che li ha ideati. Tra le varie opportunità presenti, c’è anche la possibilità di mettere in stake il token TARO, attualmente nella sua prima fase di prevendita e quindi a un prezzo molto basso, 0,020 USDT.

I.P.

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