L’editoriale del direttore: no alla guerra (radical-progressista) contro l’auto privata

Dopo Milano (con l’aumento del costo di Area C) la dilagante furia “anti-automobilisti” ha colpito anche l’Amministrazione monzese.
Cristiano Puglisi
Cristiano Puglisi

Dopo Milano (con l’aumento del costo di Area C) la dilagante furia “anti-automobilisti” ha colpito anche l’Amministrazione monzese. La decisione di Piazza Trento di rendere gli stalli del centro a pagamento a partire dal 1° agosto è una vera bastonata che si abbatte sui pendolari che ogni giorno si recano a Monza per lavorare. E, con loro, vengono colpiti anche quei poveri cristi che , pur residenti nel capoluogo, hanno la sfortuna di abitare in periferia o di non possedere un box.

È l’ennesimo episodio di una deriva, quella della guerra all’auto privata (in nome della transizione ecologica), che viene da lontano: in particolare da certi circoli elitari radical-progressisti di respiro globale, capaci di influenzare le tendenze del dibattito politico in Occidente e che trovano terreno fertile in taluni ambienti liberal di casa nostra. Ambienti sideralmente distanti dalle esigenze della società italiana reale e (soprattutto) delle classi più deboli.

A sorprendere in negativo, però, è che a sposare tali concezioni vi sia ora un sindaco, Paolo Pilotto, cresciuto nell’alveo del cattolicesimo sociale e che, per giunta, ha difeso il suo contestato progetto spiegando che questo servirebbe a evitare la «sosta parassitaria». Difficile, francamente, immaginare un’uscita più infelice. Auspichiamo, comunque, un rapido ritorno alla ragione.