La scorsa settimana abbiamo condotto un piccolo “esperimento”, interrogando i monzesi per capire cosa pensassero dell’evolversi della situazione internazionale: ebbene, la paura di un allargamento dei conflitti in corso, anche nel nostro territorio, sembra palpabile. Nessuno, insomma, ha voglia di guerra. Eppure, incurante di questo sentimento (largamente condiviso nel nostro Paese, a giudicare dai più recenti sondaggi in materia), il nostro ceto politico continua a spingere l’acceleratore sulla via di un confronto sempre più muscolare con quelli che ci dicono essere i nostri avversari geopolitici. Solo così, sostengono, possiamo difendere il nostro avvenire. E, giorno dopo giorno, tutti i tabù dettati dal buonsenso sembrano cadere.
Eppure di priorità ve ne sarebbero tante altre. Non ultima la necessità di continuare a garantire quel diritto (costituzionale) alla salute che, ultimamente, in Italia non se la passa troppo bene. Una piccola “spia”, in tal senso, è anche l’indagine effettuata da Facile.it che illustra come, dal 2022 al 2023, la richiesta di prestiti per accedere a cure mediche private sia cresciuta, tra gli italiani, del 6,6%. Certo, la Lombardia rimane un’isola relativamente felice, ma il dato fa riflettere. Davvero la difesa del nostro futuro passa dalle armi? O, forse, sono altre le battaglie che dovremmo combattere?