Il cortocircuito del gas. Sembra una battuta, ma in Comune a Seregno, di questi tempi, c’è poca voglia di farsi due risate. Anzi. La decisione del Gup del tribunale di Monza di accogliere le richieste di costituzione di parte civile dei comuni soci di Aeb ha acceso la miccia della bombola custodita con cura dall’opposizione.
Che adesso si appresta ad aprire la valvola. Dimissioni per Alberto Rossi prima che nelle prossime udienze, già fissate, possa giungere anche il rinvio a giudizio a carico di quest’ultimo. Un atto dignitoso, lo descrive Giacinto Mariani, oggi capogruppo della Lega e primo a rompere il tabù su un’eventuale forfait da parte di Rossi. Perché nessuno ne parla apertamente. E il sindaco nemmeno ci pensa. L’ha detto più volte.
Ma in caso di rinvio a giudizio, la situazione rischia di assumere toni surreali. Il comune di Seregno, infatti, sarebbe parte civile in un processo che vede imputato il suo stesso primo cittadino.
Parte civile che significa, sostanzialmente, soldi. Tanti. Il danno stimato complessivamente ammonta a 60 milioni di euro. Di cui una quota parte in capo, appunto, a Seregno.
L’unico ad uscirne malconcio è invece l’altro Mariani. Tiziano. Sperava che la sua domanda di costituzione di parte civile fosse accolta dal giudice monzese. Non è stato così. I soldi spesi per i ricorsi e le fotocopie fatte non sono risarcibili perché, spiega il magistrato, sono parte dell’attività svolta come consigliere d’opposizione. E il Pd, seppur colpito ma non ancora affondato, gongola. Se Sparta piange, Atene però ha poco da ridere…