Tutte le donne sono uguali davanti alla violenza, ma ad Usmate ce ne è una che è più uguale delle altre. Evidentemente. Talmente uguale che la sindachessa di sinistra (non penso che sia un’offesa definirla tale) se ne dimentica bellamente. E non in un giorno qualunque, Lunedì 25 novembre, giornata della mobilitazione contro la violenza sulle donne. Lei rimasta sulla sedia a rotelle per un’aggressione, era carica di aspettative. Era in prima fila. Avrebbe voluto dire due parole. Dopotutto la solidarietà sembra essere unanime. Non dovrebbe essere una ricorrenza politica. Pensa. Si sbagliava di grosso. Elisabetta Fumagalli nel ’91 viene aggredita a coltellate dall’ex. Si salva per miracolo, ma resta in sedia a rotelle. Lei quel giorno è lì, davanti alla sindachessa, che ascolta ma non se la fila nessuno. Manco una parola le fanno dire. Lei spiega che da quando la nipote è stata eletta con Fratelli d’Italia non le rivolgono manco la parola. Ma come? Dove sono finite tutte le buone intenzioni di cui è lastricato l’inferno sulla terra? Proprio la sinistra di governo, quella che si lamenta (eufemismo) di un articolo satirico del sottoscritto, arrivando a preoccuparsi del mio posteriore secondo loro pervaso da rodimenti acuti (rido). Quella che si lamenta dell’appellativo “frignona” (che ribadisco) dato dal sottoscritto alla sindachessa. E nulla dice se lo stesso nomignolo viene dato ad un uomo nella stessa pagina. La stessa che confonde Umberto Eco con il generale Pinochet. Sempre quella identica che lascia una povera donna vittima di violenza senza nemmeno rivolgerle la parola. E senza nemmeno farle dire una parola. Eccerto, tanto il cattivo è il direttore. Fascista. Proprio come Eco..
L’editoriale del direttore Marco Pirola: “Donne e violenza: Usmate, rossi sì, ma di vergogna…”
L’editoriale del direttore Marco Pirola: "Donne e violenza: Usmate, rossi sì, ma di vergogna..."