Siamo alle solite. O quasi. Arancia Meccanica alla brianzola. Botte da orbi ed ancora botte. Scene da film cult degli anni Settanta anche se in solitaria. Ora siamo anche ai soliti titoli di coda con tanto di predica finale. Compresi lamentele e discorsi sociologici vari che dureranno lo spazio di un like. O di un bianchino al bar. Un imprenditore di 60 anni (l’età poco importa, avremmo potuto cadere tutti sotto i colpi della mazza da baseball) viene colpito da un minorenne. A casaccio. In maniera violenta. Bestiale. Senza pietà. Perché? Per gioco.
Per noia. Chissà. E proprio qui stanno le prime parole chiave per capire la vicenda. Territorio. Non è accaduto nel profondo Bronx, ma a casa nostra. In una città apparentemente tranquilla, in una zona che contrabbandano sicura. Ma ormai quale lo é. Noia. Città calma ma che in questa occasione ha dato il peggio di sè mostrando l’aspetto feroce di un suo figlio. Purtroppo non c’è ancora un lieto fine e siamo tutti quanti preoccupati per le condizioni di salute dell’uomo. Anche se c’è da registrare una valenza positiva. I carabinieri hanno non solo fatto il proprio dovere, compito di cui van fieri ed orgogliosi da secoli, ma di più.
Nel giro di 24 ore sono riusciti ad identificare e mettere le manette al colpevole. Una ragazzo minorenne “disperato” certamente, con grossi problemi. Altrettanto evidente. Un fatto inspiegabile comprensibile solo da dottori avvezzi a scavare nella mente e i suoi tarli. Ma non è una canzone di Lucio Battisti, é quanto accaduto alle porte di casa nostra. Nella Cesano felix . Che poi a guardare bene controluce, non poi così tale. Una Brianza opaca come certe ante dei mobili di cui un tempo andava fiera