L’editoriale del direttore: la società degli atomi infelici (che si scandalizza se una pubblicità parla di concordia)

La Brianza si sta progressivamente atomizzando. Siamo, in sintesi, sempre più soli. Il che, spesso, significa infelici.
Il direttore Cristiano Puglisi
Il direttore Cristiano Puglisi

Oltre un terzo dei nuclei familiari monzesi, quasi il 40%, è costituito da “single”. Il dato, che arriva da uno studio dell’ufficio statistico del Comune capoluogo, dice moltissimo sulla direzione che sta intraprendendo la nostra società. Soprattutto se pensiamo che la quota di popolazione che vive in solitudine è raddoppiata rispetto agli anni Novanta. Un mutamento che è facile presagire possa trovare conferme (magari con numeri differenti) anche negli altri centri della provincia.

La Brianza, già terra di corti, comunità e cascine, quelle in cui è cresciuta la generazione che, nel secondo dopoguerra, ha costruito le fortune del nostro territorio, si sta progressivamente atomizzando. Siamo, in sintesi, sempre più soli. Il che, spesso, significa infelici, checché ne dicano le erinni “progressiste”.

L’ideologia liberista della competizione del tutti contro tutti nell’arena (senza confini) del mercato, la presunzione che la liquefazione dei vincoli famigliari e di appartenenza sia una forma di liberazione e il solipsismo narcisistico-egolatrico che ha trovato massimo sfogo nell’era dei social hanno certamente delle responsabilità. Si può trovare una cura? Si dovrebbe. Certo, in un contesto nel quale desta addirittura scandalo una pubblicità in cui una bimba spera che i genitori separati ritrovino la concordia, il percorso appare senz’altro in salita…