L’editoriale del direttore: la direttiva Ue sugli edifici è un esproprio. La politica, per una volta, intervenga

Da 40mila a oltre 60mila euro: a tanto potrebbe ammontare il costo di adeguamento delle case dei possessori di immobili brianzoli...
Cristiano Puglisi
Cristiano Puglisi

Da 40mila a oltre 60mila euro: a tanto potrebbe ammontare il costo di adeguamento delle case dei (parecchi) possessori di immobili brianzoli in virtù della famigerata “direttiva green” dell’Unione europea, recentemente approvata durante la plenaria dell’emiciclo comunitario a Strasburgo. Una vera bomba sociale pronta a esplodere, quindi, anche sul nostro territorio, con buona pace di quella “sostenibilità” che tale provvedimento si prefigge di raggiungere, nonché un ulteriore attacco al residuo benessere degli italiani, già messo a dura prova da salari ridicoli, precarietà e aumenti dei prezzi derivanti dalle crisi geopolitiche in corso, in primis quello dell’energia.

Una catastrofe che rischia di assumere i contorni dell’esproprio e che dovrebbe essere tra le prime preoccupazioni del nostro Governo: il fatto che i partiti che lo compongono abbiano espresso voto contrario in Europa è evidentemente un buon segnale, ma non basta. Troppe volte abbiamo visto manifestazioni di dissenso “a favore di social” nei confronti di certo mainstream ideologico sciogliersi poi come neve al sole alla prova dei fatti. Ma, alla fine, sono solo quelli che contano. Servono (anzi, urgono) azioni concrete. Ne siano consapevoli i politici: le famiglie brianzole (e italiane) non vivono d’aria o di promesse. E, se tradite, se ne ricorderanno.