I timori di distruzione della domanda fanno crollare i prezzi del petrolio e i benchmark sono in calo del 4% nella settimana

I prezzi del petrolio sono scesi nelle contrattazioni di venerdì, dopo la lieve ripresa del giorno precedente, e si sono avviati a scendere per la seconda settimana consecutiva a causa dei timori che le limitazioni al Covid-19 della Cina e i rialzi aggressivi dei tassi da parte delle banche centrali possano indebolire la domanda.

Dopo essere saliti dell’1,3% giovedì, i futures del Brent erano in calo di 12 centesimi, o dello 0,1%, a $89,03 al barile alle 0051 GMT.

Dopo essere saliti del 2% nel periodo precedente, i futures del greggio WTI statunitense sono scesi del 19%, o dello 0,2%, a $83,35 al barile.

Il mercato è sceso brevemente alla posizione più bassa da gennaio, dato che entrambi i benchmark hanno perso circa il 4% per la settimana.

Il calo si è verificato nonostante un modesto taglio della produzione da parte dell’OPEC e dei suoi partner, noti collettivamente come OPEC+, la minaccia della Russia di tagliare le forniture di petrolio a qualsiasi nazione che sostenga un tetto di prezzo sui suoi prodotti petroliferi e un quadro più debole per la crescita dell’offerta di petrolio degli Stati Uniti.

Clicca qui per aprire un conto demo eToro e imparare a fare CFD Trading>>>è gratis

Giovedì, in contrasto con la previsione di un aumento di 610.000 bpd, l’Amministrazione dell’Informazione Energetica degli Stati Uniti ha dichiarato che ora prevede un’espansione della produzione di greggio degli Stati Uniti di 540.000 barili al giorno a 11,79 milioni di bpd nel 2022.

Il sell-off, che ha portato la media mobile a 50 giorni a incrociare la media mobile a 200 giorni a metà settimana in una formazione nota come “croce della morte”, potrebbe essere stato sovrastimato, secondo gli analisti, date le prospettive dell’offerta, in quanto le vendite in Cina, il più grande importatore di petrolio al mondo, potrebbero rapidamente riprendersi.

In Cina le restrizioni si stanno attualmente inasprendo. Giovedì, la maggior parte degli oltre 21 milioni di cittadini di Chengdu sono stati tenuti in isolamento. Allo stesso tempo, altri milioni di persone in altre regioni della Cina sono state avvertite di non viaggiare durante le prossime festività.

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA A PAGAMENTO
Editoriale il Cittadino Srl e la testata Il Cittadino non si assumono alcuna responsabilità per il testo contenuto in questo publi-redazionale (che è realizzato dal cliente) e non intendono incentivare alcun tipo di investimento.