Nonostante una performance peggiore alla fine della settimana, l’ICE Brent è riuscito a chiudere la settimana in rialzo. Nonostante il vice primo ministro abbia dichiarato in precedenza che se la quota fosse stata posta al di sotto dei costi di produzione, la Russia non avrebbe fornito petrolio. Secondo il capo della banca centrale del paese, il greggio russo non sarà fornito a nessuna nazione che fissi dei massimali di prezzo.
Il mercato rimane rigido e si prevede che rimarrà tale per i prossimi anni, in parte a causa dell’anticipazione che le forniture di petrolio russo diminuiranno nei prossimi mesi, poiché i piani ampiamente anticipati per un tetto di prezzo sulla benzina russa potrebbero avere un impatto negativo imprevisto sui prezzi del petrolio.
Giovedì in Turchia è stato firmato un accordo per l’esportazione di cereali tra l’Ucraina e la Russia, incoraggiando il riavvio delle spedizioni di cereali ucraini. Allo stesso tempo, il mais e il grano CBOT hanno subito pressioni dopo la firma dell’accordo. A causa dell’imprevedibilità dopo l’incidente, si sono ripresi completamente solo questa mattina. Per rispettare le disposizioni dell’accordo, Ucraina, Turchia e Russia guideranno e controlleranno le navi che trasportano grano. Tuttavia, il contratto è già stato messo in discussione alla luce dello sciopero russo del fine settimana a Odessa.
I dettagli dell’accordo rimangono sconosciuti, ma nelle prossime settimane le esportazioni di grano potrebbero riprendere dal porto ucraino di Odesa e da altri porti. Anche la Russia aumenterà le spedizioni attraverso il Mar Nero.
La scorsa settimana, i nuovi timori per l’approvvigionamento delle miniere e un leggero indebolimento del dollaro USA hanno aiutato il rame LME a chiudere in forte rialzo. L’attuale prezzo del rame, secondo la Freeport-McMoRan Inc. è insufficiente per finanziare nuove miniere e potrebbe finire con l’inasprire l’equilibrio tra domanda e offerta. Il governo e l’amministrazione hanno cercato di mantenere il cessate il fuoco per un altro mese e le organizzazioni locali hanno resistito alla firma di qualsiasi accordo.
Dopo che la tregua di un mese, intesa a riconciliare le controversie tra la popolazione locale e l’impresa, si è conclusa senza alcuna soluzione, la probabilità di manifestazioni presso l’impianto minerario di Las Bambas della MMG in Perù è cresciuta ancora.
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