La Regina Margherita di Savoia amava la poesia, la letteratura, la musica. Per amore della cultura, creò intorno a sé un circolo di letterati che si riunivano nei cosiddetti “Giovedì della regina” per discutere di vita, arte, politica e letteratura. Anche presso la Villa di Monza, come in tutti gli altri luoghi di residenza dei regnanti, la Regina predispose un’agenda di attività mondane e culturali che regolarmente si svolgevano a corte. I suoi circoli culturali settimanali le valsero l’ammirazione di poeti e intellettuali e la collocò come tra le più illuminate dame dell’aristocrazia.
Sensibile all’arte, seppe raccogliere, intorno alla monarchia, l’élite culturale e artistica del tempo, senza distinzione di ceto: dallo storico Ferdinand Gregorovius, al filologo e antesignano dei giornalisti Ruggiero Bonghi, Emilio Broglio politico e giornalista che affidò ad Alessandro Manzoni la Commissione che decise sulla lingua da adottare dopo l’unità d’Italia, al barone archeologo Giovanni Barraco la cui collezione privata è oggi il Museo Barraco, ai protagonisti della musica da camera o artisti come Giacomo Favretto e Michele Gordigiani.
Il poeta considerato antimonarchico come Giosuè Carducci, non seppe resistere all’Eterno femminino regale: “si muove e cammina musicalmente con certe pause wagneriane”. La celebre ode Alla regina d’Italia “Onde venisti? / Quale a noi secoli/ sì mite e bella ti tramandarono/ … gli costò l’accusa di essersi “convertito” alla monarchia. Margherita considerava il Carducci “il primo dei poeti viventi”, era entusiasta delle sue poesie, molte delle quali recitava a memoria. Carducci le era grato e le dedicò anche un’altra ode: Il liuto e la lira.
Ma non fu l’unico poeta a subire il fascino di Margherita: Giovanni Pascoli le rese omaggio nel suo inno Pace, Gabriele D’Annunzio nel romanzo Il Fuoco; molti altri scrittori e poeti furono ospiti graditi alla sua corte e da lei trassero ispirazioni come Antonio Fogazzaro, Riccardo Zanella, Salvator Gotta, Giovanni Prati, Giuseppe Giacosa, Ugo Oietti. Margherita amava circondarsi di letterati e intellettuali.
Oltre alla letteratura e alla poesia, Margherita si dilettava a suonare il mandolino, amava molto la musica da camera e fondò il Quintetto d’Archi di Roma diretto da Giovanni Sgambati che, insieme ad Ettore Pinelli, istituì a Roma il Liceo musicale di Santa Cecilia. Raccolse un gran numero di libri che confluirono nella sua biblioteca privata, allestita in una stanza inclusa nel suo appartamento e arredata con la preziosa libreria di Pietro Piffetti, uno dei maggiori ebanisti piemontesi al servizio della Casa Reale. La Casa della Poesia di Monza e il Parco Letterario Regina Margherita e Parco Valle Lambro daranno vita al clima culturale del tempo con “I Giovedì della Regina”, appuntamenti poetico/letterari e musicali nella Sala della Pendola degli appartamenti reali della Reggia di Monza.