I listini asiatici sono in fase di trading perché le parità cinesi sono scese in vista della decisione della PBOC sui tassi.
I prezzi del petrolio sono in attesa di un’affermazione al di sopra di $100,00 a causa delle mutate preoccupazioni per l’offerta.
Il DXY non è riuscito a prolungare la sua ripresa e potrebbe calare ulteriormente in seguito al calo del consenso sui dati PMI di S&P.
Il dominio dei mercati asiatici sta mostrando aste contrastanti perché gli indici cinesi sono scesi, aumentando i casi di Covid-19 in Cina, che hanno fatto esplodere le probabilità di blocco. Non si può negare che il management cinese opterà per una politica di zero Covid per coprire lo spread. La recrudescenza del Covid-19 si sta ripetendo rapidamente e l’economia sta trovando difficile affrontare i venti contrari.
Inoltre, gli investitori attendono la decisione sui tassi di interesse da parte della People’s Bank of China, prevista per mercoledì. Il policymaker della PBOC si aspetta una posizione dovish perché la banca centrale è impegnata a stimolare le attività economiche.
Al momento della stampa, il Nikkei225 del Giappone ha aggiunto lo 0,73%, l’Hang Seng ha ceduto lo 0,80%, il Nifty50 ha guadagnato lo 0,23% e il China A50 è sceso di oltre l’1%.
L’indice del dollaro USA ha registrato un calo più marcato dopo aver fallito nel tentativo di estendere il suo recupero nella tarda sessione di Tokyo al di sopra di 107,50. Si prevede che l’indice del dollaro USA coprirà le sue perdite dopo aver violato il minimo di lunedì a 106,92. Lo slittamento delle aspettative di un rialzo dei tassi di 100 punti base da parte della Fed ha spinto il DXY in una rotta negativa; l’obiettivo rimarrà sui dati dell’indice S&P Purchase Managers Index, che dovrebbe mostrare una performance debole.
Sul fronte del petrolio, i prezzi si sono impennati fino a circa 100 dollari e sono diretti a evocare lo stesso dato che le preoccupazioni per l’offerta hanno subito un’accelerazione. Durante la visita del Presidente USA Joe Biden in Arabia Saudita, l’OPEC non ha promesso maggiori forniture di petrolio. L’OPEC non è interessata ad aumentare l’offerta complessiva, poiché al cartello petrolifero piacciono i prezzi elevati.
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