Malgrado le sfide e le controversie che circondano la sua presidenza, Nayib Bukele gode di una straordinaria popolarità. Nonostante la costituzione salvadoregna imporrebbe limiti alla sua candidatura, avendo già svolto un mandato, Bukele è stato rieletto dopo cinque anni di governo contraddistinti da una preoccupante regressione nei diritti umani, denunciata anche da Amnesty International.
La situazione sociale evidenzia che il 2% della popolazione è in prigione, mentre oltre il 25% vive al di sotto della soglia di povertà. Il debito pubblico raggiunge livelli preoccupanti, e molte libertà personali sono state messe in discussione con l’occupazione da parte di fedelissimi a Bukele in organi politici e giudiziari.
Nonostante queste sfide, la popolarità di Bukele in El Salvador supera l’80%, principalmente grazie al suo impegno per la sicurezza.
El Salvador: un paese sicuro?
Bukele ha trasformato un paese che deteneva il triste primato del più alto tasso di omicidi in America Latina in un luogo notevolmente sicuro. La popolazione ora può tornare a percorrere le strade, anche di sera, senza dover pagare estorsioni per avviare attività commerciali e senza la minaccia costante delle gang criminali. In passato, gran parte delle città salvadoregne era sotto il totale controllo di queste bande, con il 3% della ricchezza nazionale destinato al pagamento di riscatti e un tasso di omicidi di 53 ogni 100.000 persone. Oggi, il tasso si è drasticamente ridotto a 2,4 omicidi ogni 100.000 persone, uno dei più bassi nella regione centroamericana.
Questa risultante è stata raggiunta attraverso la dichiarazione di uno “stato di emergenza” proclamato quasi due anni fa, che ha scatenato una vasta campagna di detenzioni di massa, con oltre 75.000 persone ritenute incarcerate da allora. Le forze di sicurezza hanno il potere di arrestare chiunque sia sospettato di essere parte di una banda criminale, anche in assenza di prove concrete, spesso basandosi su elementi come tatuaggi o segnalazioni anonime.
Nell’ultimo anno, l’amministrazione di Bukele ha inaugurato un nuovo e imponente carcere ad altissima sicurezza, progettato per ospitare fino a 40.000 detenuti. Parallelamente, l’appartenenza a una gang è ora punita con una pena minima di vent’anni.
Una vittoria concreta anche per Bitcoin?
Il dirigente, noto per il suo aperto appoggio a Bitcoin e per aver lanciato la proposta di adottare la criptovaluta come valuta legale nella nazione, ha conquistato il sostegno della stragrande maggioranza della popolazione salvadoregna, ricevendo almeno l’85% dei consensi popolari.
Il vicepresidente di El Salvador, Felix Ulloa, aveva annunciato in precedenza che in caso di una vittoria netta di Bukele nelle elezioni presidenziali, avrebbe esteso l’implementazione delle politiche legate a Bitcoin. Queste includono iniziative come il rilascio di passaporti dedicati agli imprenditori del settore cripto e l’emissione dei bond Vulkan, finalizzati a fornire parte dei finanziamenti necessari per la realizzazione di Bitcoin City. Tale progetto è concepito come un futuro centro economico favorevole alle aziende del settore crypto, con l’obiettivo di creare un ambiente fiscalmente vantaggioso.
Uno dei primi ad esprimere congratulazioni per l’elezione è Bitfinex, un exchange di criptovalute attivo nel paese e strettamente legato alla presidenza anche attraverso Tether, la stablecoin gestita dal medesimo gruppo. Bitfinex ha una notevole presenza consolidata in El Salvador e, di recente, ha ottenuto l’autorizzazione per operare nella divisione di scambio di titoli finanziari.
Certo è che il notevole miglioramento della sicurezza pubblica e gli sforzi propagandistici hanno eclissato gli altri fallimenti dell’ amministrazione di Bukele, soprattutto quelli di natura economica.
Nel 2021, El Salvador è diventato il primo paese al mondo a legalizzare il bitcoin, imponendo l’obbligo di accettare la criptovaluta come forma di pagamento e convertendo una considerevole parte delle riserve monetarie statali in bitcoin. Tuttavia, a oltre due anni da queste decisioni, le criptovalute sono ancora poco utilizzate dalla popolazione e non hanno trasformato il paese in quel “paradiso” promesso per gli investitori del settore.
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