Chainalysis afferma che l’utilizzo delle criptovalute per finanziare il terrorismo è solo una “piccola frazione”

I metodi tradizionali di pagamento rimangono i canali di finanziamento più utilizzati dalle organizzazioni terroristiche.

Un recente rapporto elaborato da Chainalysis ha messo in discussione le affermazioni riguardanti l’utilizzo delle crypto per finanziare il terrorismo internazionale. A seguito dell’attacco terroristico di Hamas in Israele, il rapporto mira a fare chiarezza sulle idee sbagliate del ruolo delle crypto in questo contesto. 

Dissipare le idee sbagliate

Chainalysis, un’autorità leader nell’analisi blockchain, riconosce che alcuni gruppi terroristici, tra cui Hamas, Hezbollah e la Jihad islamica palestinese, utilizzano le criptovalute per raccogliere e trasferire fondi.

Tuttavia, il rapporto sottolinea che ciò costituisce solamente una piccola frazione del volume complessivo di transazioni che riguardano le crypto. Il rapporto, infatti, mira a contrastare le analisi sbagliate riguardanti l’uso delle crypto da parte di organizzazioni terroristiche, sottolineando che i metodi tradizionali rimangono i canali di finanziamento più utilizzati. 

Il ruolo di chi fornisce i servizi 

Uno dei punti chiave del rapporto è la trasparenza della tecnologia blockchain, che rende tracciabili le transazioni delle crypto. Questa trasparenza consente ai governi e alle aziende private di collaborare in maniera efficace per identificare il flusso dei fondi e interromperlo.

Il rapporto ha inoltre approfondito il ruolo dei fornitori di servizi nel facilitare la circolazione dei fondi legati al terrorismo. Infatti, sembrerebbe che gli sforzi investigativi debbano concentrarsi sui provider di servizi, come le società che offrono servizi monetari e che sono in grado di elaborare un grosso quantitativo di transazioni. 

Statistiche

Per comprendere la complessità della situazione, il rapporto cita un esempio in cui un portafoglio dedicato al finanziamento del terrorismo faceva affidamento ad almeno 20 provider di servizi. Questi provider hanno ricevuto somme di denaro sotto forma di criptovalute che oscillano da 8,4 milioni di dollari a 1,1 miliardi di dollari. 

Ulteriori indagini hanno rivelato attività significative che interessano 1300 depositi e 1200 prelievi in 7 mesi e mezzo. Tramite questo indirizzo sono stati trasferiti fondi per un valore di circa 450.000 dollari. Il rapporto suggerisce che questo indirizzo probabilmente rappresenta un provider di servizi che facilita l’attività di finanziamento del terrorismo, consapevolmente o inconsapevolmente.

Commistione di fondi 

Tuttavia, il rapporto mette anche in guardia dal trarre conclusioni affrettate. Sebbene ingenti somme di criptovaluta possano sembrare raccolte per il finanziamento del terrorismo, una parte sostanziale di questi fondi potrebbe non essere correlata a questo fenomeno.

Chainalysis avverte che non tutte le attività di transazione condotte da questi fornitori di servizi debbano essere incluse nelle stime relative al finanziamento del terrorismo, poiché potrebbero non essere direttamente collegate a tali attività.

Il rapporto ha inoltre evidenziato la complessità del tracciamento dei fondi attraverso questicanali, in quanto le crypto possono essere raggruppate e scambiate con fondi di altri utenti. 

Ciò rende difficile continuare a tenere traccia dei fondi una volta che sono stati depositati presso un fornitore di servizi, poiché solo quest’ultimo ha accesso alle informazioni riguardanti le transazioni specifiche dei clienti. 

Chainalysis ha riconosciuto la difficoltà nel fornire stime precise per i fondi destinati direttamente alle organizzazioni terroristiche, in particolare in assenza di informazioni convalidate da parte delle forze dell’ordine.

Coinbase si associa al rapporto 

Coinbase ha sostenuto che la maggior parte dei finanziamenti al terrorismo viene ancora effettuato tramite metodi di pagamento tradizionali. L’exchange ha rilasciato una dichiarazione in risposta alle preoccupazioni che le crypto vengano utilizzate per scopi illeciti sottolineando che la trasparenza della tecnologia blockchain rende più semplice il tracciamento di queste operazioni. 

L’exchange ha anche chiesto norme chiare per garantire la conformità del settore delle criptovalute negli Stati Uniti e in altre giurisdizioni regolamentate, sottolineando che le segnalazioni di finanziamenti al terrorismo tramite risorse digitali spesso coinvolgono entità offshore non soggette alle leggi statunitensi.

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