Dalla provincia si sono sempre mossi artisti di chiara fama. Qui sono cresciuti, si sono formati, hanno prodotto. È il caso, fra i tanti della Brianza, del poeta-tipografo-artista Alberto Casiraghy che vive in quel di Osnago e fa un po’ la vita dell’eremita, nella sua casa laboratorio e stamperia e la capretta della piccola fattoria. Un personaggio fuor dal comune, troppo vero, troppo artista, troppo essenziale, troppo surreale. La sua storia si può dire sia infinita, per i tanti eventi, i tanti contatti, avuti nella sua vita.
Ora il Museo di Storia Naturale di Milano ospita fino al 12 novembre 2023 la mostra “Nel vento della poesia. La Natura nei libri e nelle opere di Alberto Casiraghy”, promossa dal Comune di Milano – Cultura e dal Museo di Storia Naturale, con la curatela di Andrea Tomasetige con il sostegno di Coltellerie Berti e di Consigli.
Alberto Casiraghy al museo e l’eredità di Munari
Alberto Casiraghy è un tipografo (non si dimentichi che iniziò nella stampa del quotidiano Il Giornale negli anni Settanta), un poeta-artista e un artista-poeta, una commistione di aforismi e lampi di poesia e immagini surreal-dadaiste, misurando si attorno ai libri d’artista che ormai hanno fatto il giro del mondo tanto che può considerarsi come l’erede più vicino di Bruno Munari. Non mi pare che ci sia stampatore al mondo così prolifico nel settore del libro d’artista in quelle edizioni dal titolo curioso di “pulcinoelefante”, e altissimo è il numero degli scrittori e degli artisti coinvolti nei suoi progetti, tra questi Enrico Baj, Maurizio Cattelan, Guido Ceronetti, Gillo Dorfles, Carlo Franza, Emilio Isgrò, Franco Loi, Giorgio Manganelli, Gualtiero Marchesi, Bruno Munari, Fernanda Pivano, Marisa Settembrini, Giuseppe Pontiggia, Arturo Schwarz, Ettore Sottsass, Tonino Guerra, Sebastiano Vassalli, fino a Andy Warhol e i poeti della beat generation.
Merita una cornice tutta a sé il rapporto privilegiato con Alda Merini, che nell’arco di diciotto anni ha prodotto 1.189 titoli. I volumetti delle Edizioni Pulcinoelefante hanno otto pagine, in bellissima carta, sono delle vere e proprie opere d’arte, con un breve e incisivo testo (un aforisma, una riflessione, una poesia – lui stesso ne è ottimo autore), cui segue una grafica o un’opera originale (molte sono di sua creazione) o addirittura oggetti incorporati. Personaggio fuor dal comune Alberto Casiraghy, fondatore non solo delle edizioni Pulcinoelefante, ma anche liutaio e violinista per diletto.
Alberto Casiraghy e Pulcinoelefante
Alberto Casiraghy (Osnago, 1952) è un artista del libro che spicca per bravura e originalità tra gli stampatori italiani e internazionali. Gli undicimila “librini” delle edizioni Pulcinoelefante – oggi conservati alla Casa Museo Boschi Di Stefano di Milano – pubblicati in quarantun anni di attività, di cui più di mille con la poetessa Alda Merini, lo hanno reso celebre ben oltre la cerchia dei bibliofili. Alla notorietà hanno anche contribuito le centinaia di persone, tra cui scrittori e artisti, che con lui hanno pubblicato, oltre alle decine di mostre realizzate in Italia e all’estero.
Uno sguardo d’insieme alla mostra in corso al Museo di Storia Naturale di Milano non è solo una rilettura inedita delle edizioni Pulcinoelefante attraverso la lente della Natura, ma lascia capire come il nucleo centrale del lavoro di Casiraghy, nel ruolo di tipografo, autore, artista e editore, sia nella cornice di una visione del mondo intimamente legata ai veri valori della vita, vale a dire agli elementi naturali, alle stagioni, al tempo, agli “amici animali”, alle necessità e ai nutrimenti primordiali – la fame e la sete, il pane e l’acqua – e ai sentimenti più profondi dell’uomo – vale a dire l’amore e la libertà, affrontati da poeta, quale è, che ama anche la tipografia e i libri.
Alberto Casiraghy e la natura
Per tutto ciò e alla luce di quanto significato, ecco che la ricerca artistica di Casiraghy entra in perfetta simbiosi con lo storico museo milanese, centro di studi scientifici sul mondo naturale fin dall’Ottocento e da anni luogo di divulgazione per adulti e famiglie. Sia che Alberto Casiraghy si esprima come autore con aforismi e brevi poesie, sia quando interviene come artista, l’adesione alla natura è totale.
Nei suoi versi-appunti che troviamo in mostra, ecco il vento, i suoni, gli alberi, i fiori, le radici, il bosco, il fiume, il cielo e le nuvole, e mille altro. Si stupisce per tutto ciò come un “fanciullino”, osserva tutto oltre le apparenze. E di questi tempi dove il problema ambientale è fortemente sentito, primario e vitale, si noterà come il suo lavori, le sue parole, le sue immagini sia quelle di un novello San Francesco, e il suo lavoro, un moderno e laico Cantico delle Creature. Quando spesso sono andato a trovarlo nella sua casa eremo, l’artista ha per “amici” tutti gli animali, da quelli che gli vivono attorno come la capretta che gli dà il latte ogni giorno, a quelli creati dalla sua immaginazione. Si stupisce e urla per i pesci presi all’amo, le balene arpionate, le aragoste che finiscono sulle tavolate natalizie, i maiali destinati al macello; immagini anche che campionano i suoi libretti, impresse e visibili in edizioni a volte surreali e a volte espressioniste, con il colore rosso sangue lascia da pensare non poco. Non manca l’amore per la natura di altri continenti, come l’Africa, quel mondo popolato di animali liberi, rinoceronti, zebre e altre creature. Gli aforismi e i pensieri dei libretti delle sue storiche edizioni sono proprio interrogativi, lapidari, spiazzanti, sono accompagnati da grafiche e collage, manifestano uno strano e significante rapporto tra testo e immagine, confezionato nell’inconfondibile formato dei “pulcini”, suggestivi fin dalla copertina.
Le affinità elettive di Alberto Casiraghy
Una sezione della mostra è dedicata alle “affinità elettive” di Casiraghy, a quel mondo e a quell’intellettualità che gli appartiene, ossia a pensieri e aforismi di autori del passato e contemporanei condivisi da Alberto e da lui accompagnati da un’opera. Spiccano Alda Merini in compagnia di Pitagora, Gustave Flaubert, Marcel Proust, Cioran, Sebastiano Vassalli. Brilla anche quella manciata di artisti della “scuderia” di Osnago che bene si rapportano ai suoi testi, basti pensare a Giancarlo Bulli, Luciano Ragozzino, Luigi Mariani, Alberto Rebori. Preziosa e significativa novità della mostra milanese è la presenza – per la prima volta – di un importante corpus organico di opere uniche di formato più grande (che avevamo in parte già viste nella sua mostra alla LeoGalleries di Monza), vere e proprie opere d’arte realizzate dall’artista nei tempi della pandemia e dell’isolamento forzato.
Alberto Casiraghy: le sezioni della mostra
Disegni e illustrazioni strabilianti, capaci di porgere la poesia del mondo; ecco apparire una galleria di animali antropomorfi e fantastici, capre occhiute e agnellini, pesci che volano, uccellini e nidi, scale sospese verso l’infinito o il nulla, il mare e i suoi abissi, barchette di gusci di noce, fili d’erba e fiori poetici o astratti che si ergono solitari ed essenziali; persino i colori a volte potenti, esplosivi, diurni e notturni, a volte pastellati, sognanti. La mostra milanese presenta oltre cento pezzi suddivisi tra libricini e opere originali esposte nelle stesse teche, è divisa in sei sezioni che sono “La Natura”, “Gli amici animali”, “Le affinità elettive”, “La tipografia e i libri”, “Altre opere”, “I cimeli”. E per finire, nella sezione che mostra l’attività tipografica ed editoriale di Casiraghy, figurano volumi, fotografie, cartoline, caratteri tipografici, cliché e matrici xilografiche; in quella dedicata ai cimeli trovano posto curiosi e bizzarri regali di Alda Merini, maschere africane, carte e oggetti i più disparati, una sorta di Wunderkammer in sintonia con il luogo. Una mostra prestigiosa per Milano e l’intera Brianza, di questo campione della creatività che è Alberto Casiraghy, e i visitatori si troveranno sommersi in una vera e propria cascata di “pulcini” proprio nel centro della sala del Museo, quei libricini che oggi valgono oro e hanno fatto il giro del mondo.
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Nato nel 1949, Carlo Franza è uno storico dell’arte moderna e contemporanea, italiano. Critico d’arte. È vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (lettere, filosofia e sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e assistente ordinario. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore straordinario di storia dell’arte moderna e contemporanea (Università La Sapienza-Roma) , ordinario di lingua e letteratura italiana. Visiting professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose università estere. Giornalista, critico d’arte dal 1974 al 2002 a Il Giornale di Indro Montanelli, poi a Libero dal 2002 al 2012. Nel 2012 ritorna e riprende sul quotidiano “Il Giornale” la sua rubrica “Scenari dell’arte”.