Parco Valle del Seveso, Legambiente spinge per la creazione

In Regione Lombardia si lavora per un'area fluviale protetta. In città si discute sull'opportunità

Le esperienze positive della città, il Fosso del Ronchetto, il Bosco delle Querce ed anche il Parco che circonda Villa Dho, tutte aree poste sotto la tutela di parchi regionali, prese come esempio di buone pratiche sostenibili e ambientali per sostenere la creazione del Parco Fluviale del Seveso. Legambiente, sia a livello locale che regionale, si schiera apertamente per la nuova realtà ambientale in un periodo di discussioni e valutazioni che abbracciano gli ambienti regionali, ma anche locali. Recentemente sono stati approvati in consiglio di Regione Lombardia degli Ordini del Giorno che spingono verso la realizzazione del progetto, mentre in città la maggioranza che sostiene l’amministrazione comunale della sindaca Alessia Borroni si è dimostrata molto diffidente a riguardo.

L’impegno di Legambiente per il Parco Fluviale

«Le esperienze simboliche del presente e del passato a Seveso, la città che ha saputo rinascere dopo il disastro dell’Icmesa, sono molteplici e sicuramente positive. Prendiamole come esempio per un territorio che continua a chiedere cura», dice il coordinatore scientifico di Legambiente Lombardia Damiano Di Simine, «perché la natura non si conserva se non ritrova le necessarie connessioni geografiche: la biodiversità reclama spazi entro cui esprimersi, e ancora una volta la parola Seveso ci viene in soccorso per una nuova narrativa. Non più il paese ma il torrente, anzi vogliamo chiamarlo fiume perché il Seveso è una impronta profonda e stabile nella geografia storica, visto che sulle sue sponde duemila anni fa i celti prima e i romani poi si insediarono per fondare Milano. Quella del Parco del Seveso è una grande sfida contemporanea».

Il lavoro delle associazioni nel laboratorio d’idee

L’iniziativa è sostenuta attualmente dal laboratorio, un gruppo di lavoro e di partecipazione promosso dall’Associazione Amici Parco Nord che raccoglie il contributo di numerose realtà locali, per sostenere la creazione di un parco fluviale e territoriale, un’opera di radicale metamorfosi del territorio messa in progettazione anche da Regione Lombardia. «Nella storia recente, inquinato e fetido, il Seveso è stato nascosto agli sguardi e sigillato tra sponde sempre più anguste, o addirittura sepolto nel sottosuolo cittadino», aggiunge Di Simine. «Occorre reclamare il territorio del Seveso, la sua valle, per ripristinarvi la natura affinché diventi tessuto connettivo tra le oasi, i boschi, i parchi, le città. È urgente cominciare, anche se dopo oltre un secolo di oblio, i risultati richiederanno ben più di una generazione per poter essere apprezzati».

L'autore

Giornalista, primo pezzo pubblicato sul Cittadino il 16 aprile 2005, da allora mi occupo di cronaca, cultura e soprattutto sport. Seguo le peripezie – è il caso di dirlo – dell’Ac Monza. La zona di riferimento è la Valle del Seveso e mi occupo delle Groane (Solaro, Ceriano, Cogliate, Misinto, Lazzate), di Barlassina e di Seveso. Nella vita civile sono telecronista e dirigente sportivo alla Robur Basket Saronno.