Elezioni, a Desio un voto di protesta: gli elettori “puniscono” Gargiulo. Vince al primo turno Carlo Moscatelli

I desiani hanno protestato contro il malgoverno del sindaco precedente, manifestando il desiderio di un "governo di qualità". Ora una grande responsabilità e una sfida non facile per il nuovo eletto
Moscatelli portato in trionfo dai suoi supporter

Nel lontano 2005 era stato sconfitto dal suo rivale di centrodestra Giampiero Mariani. Vent’anni dopo Carlo Moscatelli (Polo civico, Pd, Italia Viva, + Europa), riserva nobile del centrosinistra, cattolico impegnato nell’housing sociale e volto della centenaria Cooperativa Pro Desio, ha avuto la sua rivincita: lunedì 26 maggio a Desio ha sconfitto al primo turno con il 50,6 per cento il suo sfidante di centrodestra Andrea Villa (Lega, FdI, Forza Italia), che si è fermato al 40,9 per cento. Modesti il 4,6 di Iaia Piumatti di Desio Bene Comune e il 3,8 per cento di Alessio Alberti (Desio popolare, Azione e Partito Repubblicano).

Elezioni, i desiani “puniscono” Gargiulo: per la prima volta a Desio sconfitto il centrodestra unito

Appare evidente che i desiani – anche i più fedeli elettori moderati – abbiano voluto “punire” l’ex sindaco di centrodestra Simone Gargiulo per quello che moltissimi hanno percepito come un malgoverno, mandando un segnale chiaro ai leader di centrodestra e scegliendo di dare fiducia a un outsider moderato, Carlo Moscatelli. Con il suo stile understatement pacato ed equilibrato, lo sfidante di centrosinistra ha saputo rassicurarli. Non tutti però: la maggioranza dei desiani – purtroppo ha votato appena il 47,1 per cento, record negativo di astensionismo di tutti i tempi – ha scelto invece di protestare disertando le urne. Un segnale, quello di un nuovo record dell’astensionismo, che non va sottovalutato: rispetto al risultato negativo di sempre del 2021, Desio nelle elezioni amministrative 2025 ha perso un altro 2,8 per cento di elettori.

Moscatelli, visibilmente soddisfatto, ha commentato la sua vittoria, insperata in particolare già al primo turno, con il consueto aplomb anglosassone con cui ha affrontato l’intera campagna elettorale: «E’ un risultato straordinario che ci carica di responsabilità e gratitudine. Grazie a chi ci ha dato fiducia, a chi ha creduto in una politica diversa: seria, concreta, rispettosa». La coalizione di centrosinistra ha centrato due obiettivi, entrambi non facili: superare la coalizione di centrodestra nonostante si presentasse, almeno sulla carta, unita – fatto mai accaduto prima in una città di forte tradizione moderata come Desio – e oltretutto vincere già al primo turno. Decisivo per la vittoria aver scelto un candidato centrista. Altrettanto vincente si è confermato essere il Polo civico, un progetto politico innovativo – ideato da Giorgio Gerosa, Francesco Pasquali e Fabio Arosio – nato dall’ “idea forte” di fermare Gargiulo in anticipo di due anni, e poi di proporre un “compromesso storico“, che ha evocato quello di Moro e Berlinguer, agli elettori, aprendo la coalizione progressista al centro, allargando il tradizionalmente ristretto bacino elettorale del centrosinistra, e coinvolgendo soggetti politici di estrazione diversa attorno all’obiettivo di “far crescere” Desio, dopo la prova offerta dalla giunta di centrodestra, giudicata opaca da una larga parte dei desiani.

Elezioni, i desiani “puniscono” Gargiulo: neosindaco alle prese con le divisioni nel centrosinistra

Proprio la pesante eredità lasciata dall’ex sindaco Gargiulo, caduto con due anni di anticipo per la firma apposta da 16 consiglieri (otto dei quali erano dello stesso centrodestra finiti poi nel Polo civico di centrosinistra) su 24, ha messo il piombo ai piedi anche alla campagna elettorale di Andrea Villa. Il leader del Carroccio, molto conosciuto e amato a Desio, ha saputo condurre una campagna elettorale agguerrita e determinata, mettendoci la faccia e scegliendo i temi giusti, ma non è riuscito a far dimenticare ai desiani l’insoddisfazione per Gargiulo, largamente diffusa anche in ampi strati del tradizionale elettorato di centrodestra, al punto da convincere, il 9 gennaio scorso, 16 consiglieri provenienti dalle estrazioni più diverse (Pd, liste civiche progressiste, ma anche Lega e Fratelli d’Italia) a firmare per porre fine in modo immediato e con due anni di anticipo alla sua esperienza politica.

Forse troppo simile alla precedente la squadra proposta da Villa (lui stesso era stato il vice di Gargiulo e tra i candidati c’erano molti suoi ex assessori) con il rischio, tutt’altro che infondato, che lo stesso Gargiulo potesse essere “ripescato” da Forza Italia, il partito al quale l’ex sindaco aveva aderito con un vero colpo di scena, abbandonando la sua lista civica, e diventando il primo sindaco a entrare in un partito all’opposizione di se stesso. Un rischio – il ritorno di Gargiulo – che gli elettori hanno in modo evidente voluto bloccare sul nascere, con un chiaro voto di protesta, facendo crollare i voti degli Azzurri fino al punto da estrometterli – con ogni probabilità – dal prossimo consiglio comunale. Sulla sconfitta hanno pesato anche le divisioni interne della coalizione: Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, unite nella forma, hanno di fatto condotto campagne elettorali da “separati in casa”, dimostrando di non aver ancora superato le storiche spaccature del 2011, con la Lega che è riuscita a conservare i suoi elettori, mentre Fratelli d’Italia non ha saputo sfruttare l’effetto Meloni e Forza Italia, fortemente in calo, fino a scendere al suo minimo storico a Desio. Villa, nel momento della sconfitta, ha ringraziato tutti: «Sapevamo che non sarebbe stato facile, ce l’abbiamo messa tutta e non possiamo rimproverarci nulla. Ora la sfida è ricostruire un centrodestra forte».

Nei prossimi giorni Carlo Moscatelli muoverà i primi passi per la costruzione della sua giunta e per mettere a punto le prime azione di governo, e il suo compito non si annuncia facile. Per tenere insieme una coalizione così eterogenea, dovrà usare a fondo la sua proverbiale capacità di mediatore.