All’apparenza è uguale a tutte le altre: una camicia di cotone, maniche lunghe, colletto classico. Di ottima fattura. La differenza è in una parte della tessitura, per la precisione dentro i polsini, che nascondono speciali fibre che fanno da sensori e leggono in tempo reale i parametri vitali di chi indossa il capo (frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, movimento). Parametri trasferiti via Bluetooth a un’applicazione mobile di facile utilizzo per l’utente che può quindi monitorare il proprio stato di salute sia “in diretta” che accedendo alla cronologia dei dati. Un report dettagliato che può anche essere poi condiviso con il proprio medico al fine di avere una valutazione scientifica.
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Il segreto delle fibre-sensori è un brevetto dalla monzese ComfTech, che così fa un altro passo in avanti nella ricerca e allarga i suoi campi di interesse. La novità è stata presentata in questi giorni a Milano Unica, il salone del tessile che a Rho Fiera rappresenta il primo grande evento fieristico milanese del dopo pandemia.
«Le camicie – spiega Alessia Moltani, amministratore delegato di ComfTech – le produce la Canclini, storico marchio di Guanzate (Como) che dal 1925 è specializzato in camiceria. Nel 2020 abbiamo stretto una joint venture con loro, dal nome Tex Competence, per assicurarci una maggiore capacità produttiva».
L’obiettivo della partnership è quello di diffondere e affermare il potenziale di una camicia come indumento alla moda ma allo stesso tempo “intelligente”: «Significa voler dire che lo smart textile non è applicabile solo, come abbiamo fatto fino ad ora, a magliette intime, tutine per neonati o indumenti sportivi ma è un materiale affidabile e flessibile anche per un indumento classico come una camicia. Soprattutto vogliamo garantire, come già facciamo per tutti gli altri indumenti che commercializziamo, che il monitoraggio dei dati è non soltanto sicuro ma anche e soprattutto non invasivo».
La presentazione dei prototipi in questi giorni a Milano Unica apre la prospettiva a una reale produzione in serie: «In questa fase – conclude Moltani – il nostro maggiore sforzo è indirizzato sugli algoritmi per ottenere dati sempre più raffinati e sicuri. In questo senso stiamo portando avanti sperimentazioni con l’istituto Besta di Milano e con gli Spedali Civili di Brescia. Pensiamo a quanto i parametri che controlliamo diano la misura dello stress cui il fisico è sottoposto», appartenga esso – aggiungiamo noi – a un atleta, a una mamma, a un anziano o a un manager. La cui uniforme è appunto la camicia. Che, come certe magliette, diventa ora “della salute”.