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“Rapporto giovani”, lavoro e casa Due su tre tornano da mamma

Non bamboccioni, forse un po’ “choosy” nel senso che non vorrebbero accontentarsi. Sono i lombardi under 29 che due volte su tre sono tornati a vivere in famiglia dopo essere usciti da casa dei genitori. È il “Rapporto giovani” presentato a Monza.
Economia, due lombardi su tre under 29 tornano a vivere in famiglia
Economia, due lombardi su tre under 29 tornano a vivere in famiglia archivio

Non bamboccioni, forse un po’ “choosy” nel senso che non vorrebbero accontentarsi. Sono i giovani lombardi che due volte su tre sono tornati a vivere in famiglia dopo essere usciti da casa dei genitori per motivi di studio o lavoro. È un dato di poco inferiore alla media nazionale (69,7%), ma anche in Lombardia la famiglia rappresenta l’unica certezza per la generazione dei “millennials”, vale a dire chi è diventato maggiorenne nel nuovo millennio.

Lo dice il “Rapporto giovani”dell’Istituto Toniolo, avviato sui giovani italiani fra i 18 e i 29 anni, presentato alla Camera di commercio di Monza.

A volte la famiglia è una certezza che diventa un vero e proprio ammortizzatore sociale, soprattutto nel caso delle giovani donne: è il 10,1% che è stato costretto a tornare da mamma per difficoltà economiche (il dato si abbassa per i coetanei all’8,2%). Rispetto al resto degli italiani, i giovani lombardi lasciano la famiglia di origine più per sentirsi indipendenti (16,4% contro 12,9%), meno per motivi di studio (29,1% contro il 35,9%).

Ma per migliorare le opportunità lavorative sono disposti anche a trasferirsi all’estero: il 45,9% contro il 42% del dato nazionale. Anche una quota rilevante di chi ha già un lavoro si dichiara disposto a trasferirsi oltre confine. Il valore è più alto per chi ha un contratto a tempo determinato (il 42,4% in Lombardia e il 38,2% come media italiana), ma che rimane rilevante (circa 1 su 3) anche tra chi ha un lavoro più stabile. Rispetto alle generazioni precedenti, la carriera più che procurare prestigio sociale è intesa come miglioramento della possibilità di autorealizzazione e richiede impegno personale. E molto sentito è l’aspetto del reddito: tra i giovani lombardi che hanno un lavoro solo il 18,9% si dichiara pienamente soddisfatto, mentre il 16,6% lo è poco, il 2,7% per nulla (contro rispettivamente il 19,9% e il 3,8% del dato nazionale). Però è il 54.6% (contro il 49.2% nazionale) a essere soddisfatto della propria situazione finanziaria.

In Italia le imprese under 35 sono il 10,6% del totale delle imprese attive. E la crisi ha colpito anche i giovani che fanno impresa: nell’ultimo anno le imprese giovanili sono diminuite del -4,6%. Stessa variazione per il dato lombardo (-4,7%) mentre a Monza e Brianza il dato si attesta a -5,7%, con un peso delle imprese giovanili sul totale delle imprese attive pari al 9,4%.