Persi altri 6.400 posti di lavoro In Brianza a rischio altri 2.300

Presentato il rapporto del mercato del lavoro in provincia di Monza e Brianza. Sei assunti su dieci sono a tempo determinato. I segnali confermano il perdurare della crisi cominciata nel 2009.
La crisi continua a mordere anche in Brianza
La crisi continua a mordere anche in Brianza

Persi altri 6.404 posti di lavoro nel corso del 2012 e per il 2013 sono a rischio altri 2.300. Sono stati presentati martedì 30 aprile nella sede della Provincia, i dati del mercato del lavoro 2012 elaborati dall’Osservatorio e derivanti dalle comunicazioni obbligatorie effettuate dalle aziende brianzole. Le informazioni elaborate dal Centro di ricerca interuniversitario per i servizi di pubblica utilità dell’università di Milano Bicocca (Crisp) hanno evidenziato la ripercussione sul mercato del lavoro della crisi dei debiti sovrani iniziata nell’estate del 2011: 205.211 le comunicazioni complessive raccolte dai centri per l’impiego, di cui il 40% relative ad avviamenti (pari a oltre 82mila unità) e il 43% a cessazioni (pari a oltre 88mila unità); la quota rimanente, pari al 17%, riguarda proroghe e trasformazioni di contratti di lavoro. Pertanto nel 2012 si registra un saldo negativo tra avviamenti e cessazioni di oltre 6.400 unità.

«I dati del 2012 si allineano purtroppo alla situazione generale del Paese, dove la crisi ha provocato un vero e proprio tsunami senza precedenti, capace di spazzare via migliaia di posti di lavoro – commenta il presidente provinciale Dario Allevi – Stiamo provando a reagire attraverso il lavoro di squadra messo in campo con il Tavolo per lo Sviluppo. L’obiettivo è salvaguardare l’occupazione e la riconversione produttiva di alcune aziende in crisi, con un occhio di riguardo ai giovani e allo sforzo di non disperdere all’estero i nostri talenti». Dalle elaborazioni condotte si evince che le assunzioni avvengono prevalentemente tra i giovani: il 49% degli avviamenti complessivi, infatti, avviene per la classe di età 20-34 anni, mentre quella tra i 35 ed i 49 anni arriva ad una quota percentuale del 36%.

Di rilievo anche l’analisi della tipologia contrattuale che riguarda gli avviamenti: il 64% degli stessi è stato effettuato con l’uso di forme contrattuali temporanee (tempo determinato, somministrazione, lavoro a progetto e altre comunicazioni) contro il 66% del 2011. Si registra quindi un aumento di due punti percentuali per gli avviamenti effettuati mediante tipologie contrattuali permanenti, che passano dal 34% al 36%. Le principali variazioni nelle quote di utilizzo delle diverse tipologie contrattuali sono dovute da un lato ad un maggiore impiego del tempo indeterminato, che passa da una quota pari al 31% nel 2011 al 33% nel 2012 e del tempo determinato, che passa dal 37% del 2011 al 39% del 2012; al contrario per i contratti lavoro a progetto (che passano dall’11% al 10%) e somministrazione (dal 15% al 13%) la quota di avviamenti cala nel passaggio dal 2011 al 2012.

Infine, per quanto riguarda i settori di attività economica, si segnala una netta prevalenza per quello del Commercio e Servizi – con oltre 59.000 avviamenti ed una quota percentuale sul totale pari al 73%, in aumento di tre punti percentuali rispetto all’anno precedente – seguito dall’Industria in senso stretto con una quota percentuale pari al 19% (oltre 15mila avviamenti) in calo di due punti percentuali rispetto all’anno precedente e dalle Costruzioni con una quota pari al 7% (oltre seimila avviamenti), in calo di un punto percentuale rispetto al 2011.

L’applicazione di modelli previsionali, per l’intero anno 2013, suggerisce un andamento costante degli avviamenti rispetto all’anno 2012, mentre le cessazioni mostrano un aumento del 3% (oltre 2.300 cessazioni in più). Dettagliando il dato previsionale per macro tipologie contrattuali, emerge un aumento di avviamenti per contratti temporanei del 6% (circa 3 mila avviamenti in più), al contrario dei contratti permanenti che mostrano un calo dell’11% (oltre 3 mila avviamenti in meno).

«I segnali che emergono dal rapporto – aggiunge l’assessore al Lavoro Enrico Elli – confermano il perdurare della crisi iniziata nel 2009 ma i dati relativi al 2012 mostrano i primi, se pur deboli, effetti della capacità e volontà del Sistema Imprese di reagire e risollevarsi, anche grazie agli interventi e progetti messi in campo dalle Istituzioni del territorio, in primis dalla Provincia MB, per sostenere e tutelare i rapporti di lavoro».

Mario Mezzanzanica, direttore scientifico del Crisp ha spiegato che i fenomeni in atto mostrano come il 2012 sia ritornato sostanzialmente alla numerosità degli avviamenti del 2009 (il periodo peggiore della crisi) e che le previsioni per il 2013 confermano tale trend. Questo fatto con gli altri evidenti problemi sotto gli occhi di tutti crea molte preoccupazioni per le persone e le famiglie, per le imprese ed in particolare per i giovani, certamente i più colpiti dalla crisi».