Giovedì 24 giugno i lavoratori della Star di Agrate hanno incrociato le braccia per un paio d’ore dopo i licenziamenti di due dipendenti per il non corretto uso delle mascherine durante gli orari di lavoro. Lo sciopero è stato indetto dalla Flai Cgil.
Ma non ci sono, secondo i sindacati, solo i licenziamenti: la protesta, che ha raccolto l’adesione del 90% dei lavoratori del turno, parla anche di “forte disorganizzazione del lavoro”, di “clima torrido” all’interno del sito produttivo e “l’alta percentuale dell’umidità che non è più sopportabile”.
“L’accordo sindacale “Agrate Reborn” del 2017 prevedeva la garanzia occupazionale e il rilancio della fabbrica con nuove produzioni e nuova occupazione. Ora sappiamo che alcune produzioni sono affidate a terzi – hanno fatto sapere preoccupati i sindacati -. Le condizioni dei lavoratori non sono percezioni quindi la mobilitazione continua con passo di montagna perché vogliamo ottenere un tavolo”. La Cgil chiede di discutere di “un piano industriale che preveda una prospettiva, sia per il presente che per il futuro, di crescita sia in termini produttivi sia occupazionali”. Attualmente il personale occupato nello stabilimento di via Matteotti è a quota 166 unità.