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Monza, Fabio Pessina confermato nel Cda della Cassa Dottori Commercialisti

Il monzese Fabio Enrico Pessina è stato confermato consigliere di amministrazione della Cassa Dottori Commercialisti che in Brianza vanta 872 iscritti, il 34 per cento dei quali sono donne
fabio pessina
fabio pessina Paolo Rossetti

Il monzese Fabio Enrico Pessina è stato confermato Consigliere di amministrazione fino al 2024 di Cassa Dottori Commercialisti, l’ente che si occupa di previdenza e assistenza per i professionisti di questa categoria.

Dottore commercialista iscritto all’Ordine di Monza e Brianza dal 1989, in passato presidente della commissione Previdenza e Assistenza dell’Ordine dei dottori commercialisti e delegato alla Cassa Dottori Commercialisti dal 2008 al 2016, è esperto di consulenza aziendale, fiscale, societaria e di internazionalizzazione di impresa con focus sulla Cina, Paese nel quale ha fondato la CPO & Partners, studio commercialista di Shanghai per l’assistenza all’imprenditoria italiana.

“In un contesto dalle prospettive così imprevedibili come quello che stiamo vivendo – spiega Fabio Enrico Pessina – è fondamentale impostare un programma che, prendendo le mosse dai progetti portati avanti nello scorso mandato, continui a dotare la Cassa di strumenti integrativi e alternativi da offrire agli iscritti, a fianco del trattamento previdenziale. Una recente delibera della nostra Assemblea dei Delegati, ancora al vaglio dei Ministeri vigilanti, ha innalzato il limite massimo dei fondi destinati all’assistenza, dal 2 al 5% del risultato dell’esercizio, più che raddoppiando le risorse da destinare a strumenti di welfare a favore degli iscritti. Welfare che può essere declinato in iniziative di assistenza, ma anche in progetti nell’ambito del cosiddetto ‘welfare strategico’, con la possibilità di erogare contributi finalizzati a sostenere gli iscritti nel loro percorso professionale, dall’avvio alla specializzazione puntando anche sulle aggregazioni”.

La Cassa in Brianza conta 872 iscritti, il 34% dei quali donne. Reddito medio che nel 2019 è stato pari a 91.800 euro, volume d’affari di poco inferiore ai 180mila euro. Entrambi valori superiori alla media nazionale