Lo strappo dell’Abi sul contratto Tremano tremila bancari brianzoli

L’associazione che riunisce gli istituti di credito ha disdetto il contratto nazionale di lavoro che riguarda 3.200 bancari della provincia di Monza e Brianza. Verso lo sciopero nazionale del 31 ottobre 2013, giornata del risparmio.
Un bancario al lavoro: l’Abi ha comunicato ufficialmente la disdetta del contratto.
Un bancario al lavoro: l’Abi ha comunicato ufficialmente la disdetta del contratto. Radaelli Fabrizio

Ci sono 3.200 bancari di Monza e Brianza che attendono di conoscere quel che accadrà a seguito della decisione di Abi di disdire il contratto nazionale di lavoro con dieci mesi di anticipo rispetto alla scadenza naturale. Il direttore generale dell’associazione che raggruppa gli istituti di credito ha inoltrato comunicazione ufficiale della disdetta ai sindacati nella giornata del 16 settembre. Immediata la reazione dei rappresentanti dei bancari che hanno ipotizzato uno sciopero nazionale della categoria nella giornata simbolo per le banche, la cosiddetta «giornata del risparmio» del 31 ottobre 2013. La decisione che ha portato Abi a disdire il contratto nazionale di lavoro è riassumibile nelle parole del vicepresidente Francesco Micheli: «Ci sono troppi squilibri tra costi e ricavi che non crescono. Il modello contrattuale non tiene più». In provincia di Monza e Brianza gli effetti della crisi che ha colpito il sistema bancario è all’ordine del giorno da un anno a questa parte. Da quando sono stati annunciati a livello nazionale tagli tre trentamila dei 310mila dipendenti degli istituti di credito. Ristrutturazioni, aggregazioni, l’avanzata dei servizi on line hanno portato a ridurre di un centinaio le presenze dei bancari monzesi nei posti di lavoro: potrebbe non essere finita, dopo la disdetta dell’Abi che segna una difficoltà di sistema. E pensare che per decenni si è coltivato il mito del posto sicuro in banca…