Quattro ore di sciopero in tutta la Brianza per difendere i lavoratori della Gianetti ruote: lo hanno proclamato i sindacati Cgil, Cisl e Uil nell’ambito della mobilitazione dei confederali “Il lavoro non si tocca”.
Lo sciopero generale è stato indetto per martedì 20 luglio con presidio la mattina in via Grigna 13 davanti la sede della Provincia di Monza e Brianza.Obiettivo: chiedere “il ritiro della procedura di chiusura del sito ed i conseguenti licenziamenti, per la dignità del lavoro, per la tutela del tessuto industriale e contro lo strapotere dei Fondi di investimento e la totale indifferenza di Confindustria, per un sistema economico basato sui diritti, la legalità e il rispetto del lavoro”.
“L’improvvisa e inaspettata chiusura dell’azienda di Ceriano Laghetto ha riportato all’attenzione la necessità di una maggior tutela occupazionale, resa più fragile dallo sblocco dei licenziamenti. In Brianza ci sono anche altre vertenze aperte che rischiano di indebolire il tessuto industriale del territorio. C’è quindi il rischio di un peggioramento della situazione sociale”.
La mobilitazione prevede otto ore complessive di sciopero nel settore metalmeccanico: al presidio è prevista la partecipazione anche le delegate e i delegati di tutte le altre categorie, dal pubblico impiego all’edilizia, dal commercio ai servizi. Le organizzazioni sindacali stanno intanto convocando le assemblee generali di categoria.
«Bisogna continuare a dare sostegno alla vertenza Gianetti che, nonostante l’impegno delle istituzioni, non ha ancora ricevuto la convocazione dal Ministero dello sviluppo economico – sottolineano Angela Mondellini, Mirco Scaccabarozzi e Abele Parente, segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Monza e Brianza –. Il caso Gianetti deve trovare una soluzione rapida. E deve essere un esempio di come non si debba affrontare in questa maniera una crisi di settore. Non permetteremo – continuano – che ci siano altri casi Gianetti. Nella ricerca di una soluzione devono essere chiamate in causa anche le imprese, le associazioni imprenditoriali e le stesse istituzioni».