Effetto Biden: il nuovo presidente Usa e le aspettative della Brianza

Anche il conteggio delle schede è finito e, al netto di ricorsi o prese di posizione del presidente uscente, Joe Biden è il presidente eletto degli Stati Uniti. Cosa significa per l’economia della Brianza? Ne parlano Boffi De Padova, Fontana Gruppo e Brugola.
Desio Officine OeB Brugola Jody Brugola
Desio Officine OeB Brugola Jody Brugola Fabrizio Radaelli

“Noi esportiamo molto in America e Biden da questo punto di vista è più tranquillizzante, sembra essere meno orientato a dazi e protezionismo”. Alla fine la politica economica di Donald Trump è stata caratterizzata proprio da questo: la difesa dei prodotti americani rendendo più difficile l’accesso al mercato Usa per quelli provenienti dall’estero. E la vittoria di Joe Biden nelle elezioni presidenziali da questo punto di vista potrebbe significare un cambiamento importante per la politica economica del colosso statunitense.

Lo conferma Roberto Gavazzi, amministratore delegato della Boffi De Padova, azienda leader nel settore dell’arredo e design, che dalla vittoria dei democratici si aspetta un clima più favorevole alle attività delle aziende italiane, anche se a dire la verità The Donald, con i dazi, aveva colpito solo alcuni comparti, tra quali non c’era quello dell’arredo.

“Abbiamo sei show-room negli Usa – continua Gavazzi – ci lavorano una trentina di persone, buona parte delle quali italiani. Negli ultimi tempi abbiamo assistito a un rallentamento nella concessione dei visti. Per noi è una questione strategica. Spero che Biden non faccia esistenza sotto questo aspetto: è sempre stato possibile ottenerli senza problemi e ci auguriamo che si torni alla situazione precedente. Spero anche che lavori in maniera più efficace contro il virus, senza bloccare le attività”.

Anche l’automotive brianzolo, che ha rapporti molto stretti con il mercato americano tanto che diverse imprese della provincia di Monza hanno insediamenti sul territorio statunitense, non è stato danneggiato dalle scelte di Trump. La sua uscita di scena, al di là delle improbabili cause giudiziarie annunciate in questi giorni per mettere in dubbio la regolarità del voto, potrebbe significare comunque aria nuova per le imprese straniere che operano negli Stati Uniti: “Con Biden – spiega Giuseppe Fontana Ceo di Fontana Gruppo a Veduggio con Colzano- mi aspetto una riapertura ai mercati internazionali, maggiore con l’Europa e più contenuta con Paesi come la Cina. Europa e Italia sono sempre stati vicine agli Usa e il rapporto non si è incrinato. Alcuni settori come quello del Food probabilmente avranno dei benefici perchè ci sono state delle chiusure con Trump. L’America risente delle differenti politiche dei suoi presidenti, ma che siano repubblicani e democratici c’è una visione comune a tutti, liberale, aperta”.

Probabile, quindi, che almeno qualche dazio venga tolto, ma c’è da attendersi, anche nel settore dell’automotive, che tutto continui su una linea di apertura degli Usa verso l’estero e alla presenza degli stranieri in campo economico.

“Abbiamo aperto nel Michigan sotto la presidenza Obama nel 2015 grazie all’interessamento del governatore dello Stato, Snyder, che nel 2014 è stato anche a Lissone – racconta Jody Brugola, della Oeb di Lissone, storica impresa brianzola cui è legato il nome della nota vite – dopo il 2016 con Trump non posso dire niente di male. Anzi, durante l’emergenza Covid, tra aprile e maggio, ha dato una mano alle aziende per pagare i dipendenti, ci sono state sovvenzioni dal governo americano. Di Biden non ho un giudizio né positivo né negativo, penso che gli Usa faranno il loro corso indipendentemente dal presidente. Ringraziamo Trump ma siamo sicuri che lavoreremo bene anche sotto Biden”.

L’augurio, quindi, è che il sostegno alle imprese che ha caratterizzato la politica economica americana, attraverso defiscalizzazioni e contenimento del costo del lavoro, prosegua anche sotto la nuova presidenza.