Ridurre il cuneo fiscale per rilanciare i consumi duramente colpiti dalle conseguenze dell’emergenza Covid-19. Ma occorre anche intervenire sull’Irpef e tagliare le aliquote Iva: richiesta, quest’ultima, che giunge, soprattutto da distribuzione carburanti e automotive, negozi non alimentari e ambulanti. È quanto emerge dal nuovo sondaggio di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza (realizzato nel mese di luglio), con le risposte di 865 imprese, per l’87% fino a 9 addetti. Hanno in particolare risposto all’indagine – i cui dati sono stati elaborati dall’Ufficio Studi – gli imprenditori della ristorazione (24%) e del dettaglio non alimentare (23%).
“L’effetto Covid, pur attenuato, penalizza ancora l’economia – dichiara Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza Brianza – Per le nostre imprese è vitale rilanciare i consumi attraverso soprattutto la riduzione del costo del lavoro, cioè del cuneo fiscale, e dell’Iva. Senza questi tagli, che danno ossigeno alla capacità di spesa delle famiglie, la prospettiva di una crisi dell’occupazione diventa quasi inevitabile».
Il 77% delle imprese che ha risposto all’indagine è di Milano città ed hinterland, il 15% di Monza Brianza, il 3% di Lodi e il 5% di altra provenienza.
A imprese e professionisti è stato chiesto di valutare quali interventi su fisco e costo del lavoro potessero risultare più efficaci per rilanciare consumi paralizzati dall’effetto della pandemia: dalla riduzione delle aliquote Irpef, al taglio del cuneo fiscale, dell’Iva, all’introduzione della flat tax (con aliquota non superiore al 24%, come l’Ires per le società di capitale).