Caso Candy, incontro a Roma Esuberi, tocca a Passera

La corda è tesa e minaccia di spezzarsi in Candy. In attesa di conoscere le sorti di 170 lavoratori dello stabilimento di Brugherio, le speranze sono tutte riposte nell’incontro al ministero dello Sviluppo economico, fissato per martedì mattina. La convocazione è arrivata da Roma .
Caso Candy, incontro a Roma
Esuberi, tocca a Passera

La corda è tesa e minaccia di spezzarsi in Candy. In attesa di conoscere le sorti di 170 lavoratori dello stabilimento di Brugherio, le speranze sono tutte riposte nell’incontro al ministero dello Sviluppo economico, fissato per martedì mattina. La convocazione è arrivata da Roma e ha raffreddato, almeno per qualche giorno, gli animi arroventati dei lavoratori, dopo le ultime dichiarazioni dei vertici aziendali. Lo stato dei fatti è aggiornato all’incontro dello scorso 4 aprile, quando i dirigenti del colosso delle lavabiancheria hanno annunciato esuberi non più per 150 unità, bensì per 170. La mobilitazione galoppava, per i giorni scorsi si prevedevano forme di protesta eclatanti, poi l’ufficio del ministro Corrado Passera ha convocato le parti e tutto si è bloccato. Incrociando le dita. Giovedì mattina un’ora di sciopero davanti ai cancelli e una conferenza stampa per annunciare l’imminente partenza per la capitale. “Qua si fanno i calcoli e si contano gli esuberi -dice secco, senza retorica, un rappresentante sindacale- ma dietro ogni cifra c’è una famiglia in crisi. Siamo pronti a mobilitarci, ma bisogna capire quali sono gli obiettivi: il nostro è ancora quello di salvare la situazione, anche perché non ci sono lettere di licenziamento in partenza, c’è l’annuncio di un numero di esuberi sul quale si sta ancora discutendo”. Claudio Cerri, segretario Fiom Cgil che la vicenda l’ha seguita passo a passo, resta abbottonato, si intuisce che attende l’appuntamento di martedì con delle aspettative. Le parole sono affidate in gran parte a un comunicato stampa che fa riferimento al drammatico incontro del 4 aprile. “Così facendo -recita il testo siglato da Fiom Cgil e Fim Cisl- si caricano sui dipendenti e sulle loro famiglie, più precisamente sull’area produttiva, le pesanti conseguenze di scelte commerciali sbagliate e strabiche, tese a favorire oltre ogni limite logiche di delocalizzazione verso l’est asiatico a discapito del nostro Paese”. Il progetto della famiglia Fumagalli viene definito “sciagurato, inaccettabile, impercorribile e incoerente” con gli accordi pregressi. Le spese non sono solo a carico dei lavoratori, ma anche della comunità che sostiene gli ammortizzatori sociali. Alle istituzioni si chiede un intervento deciso, pur nei limiti delle competenze, e si torna infine a parlare della Cina: “ben 400mila lavatrici commercializzate nell’Europa occidentale (di cui una parte anche in Italia) sono prodotte dalla Repubblica popolare cinese”, “si investe in Cina e si licenzia in Italia”. La direzione presa da Candy è quella di ridurre i volumi produttivi a Brugherio e di irrobustirli in Oriente. Il prossimo incontro sarà decisivo, a Roma, capitale d’Italia.