Arcelor Mittal ha depositato in tribunale Milano l’atto di citazione con cui intende recedere dal contratto di affitto dell’Ilva, preliminare all’acquisto del gruppo siderurgico.
Un atto annunciato, che potrebbe avere ripercussioni anche in Brianza, ma non a Monza.
La quarantina di dipendenti dello stabilimento di Paderno Dugnano dell’Arcelor Mittal sono legati alle sorti dell’ex Ilva anche se, spiega un sindacalista, «siamo ai margini dell’impero, finora non abbiamo avuto problemi sulla mole di lavoro». Tant’è che Paderno ha aderito allo sciopero della scorsa settimana proclamato a livello nazionale. A Paderno vengono lavorati i coil (le bobine) di acciaio, trasformati poi in pezzi a misura del cliente.
Stesso tipo di produzione allo stabilimento di Monza (55 dipendenti tra operai , amministrativi e commerciali) che però fa capo ad Arcelor Mittal Cln, una joint venture tra la multinazionale francoindiana e il gruppo Cln, che quindi è fuori dal perimetro delle attività legate allo stabilimento di Taranto.
Naturalmente i sindacati mantengono alta l’attenzione sia a Monza che, a maggior ragione, a Paderno Dugnano, anche perché il mercato sta dando segni di rallentamento sia nel settore dell’automotive che nell’elettrodomestico, senza contare la guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina.