Chiedono migliori condizioni di lavoro e salari più alti i lavoratori che effettuano le consegne a casa per conto di Esselunga, in sciopero da 11 giorni. Nella mattinata di mercoledì 30 aprile una delegazione della Filt Cgil Monza e Brianza è stata in presidio davanti la sede legale di Esselunga a Pioltello insieme ad altre della Filt Cgil Lombardia.
Anche la Brianza nella protesta dei driver di Esselunga: sindacati al presidio di Pioltello, dopo quelli a Varedo e Lissone
«Esselunga per garantire la spesa comoda ai suoi clienti, migliori le condizioni di lavoro e i salari dovuti alle lavoratrici e ai lavoratori driver in appalto nella sua filiera» dice il sindacato. Lavoratrici e lavoratori “dell’ultimo miglio” hanno organizzato presidi per rivendicare quelli che considerano loro diritti, anche durante la Pasqua, in tutta la regione. In Brianza sono stati organizzati a Varedo e Lissone. Segnalati, tra l’altro, spiega il segretario generale della Filt Cgil Monza Brianza Giovanni Riccardi, «orari di lavoro massacranti e il mancato riconoscimento della mansione di facchinaggio per la consegna al piano ad oggi non retribuita».
«Esselunga – aggiunge Riccardi – invece di aprire la cassa integrazione a 200 operai diretti dei magazzini, provando a dividere il fronte tra lavoratrici e lavoratori, riveda le tariffe economiche con le società in appalto e paghi quanto dovuto, le proposte avanzate dalla Filt Cgil rispecchiano quanto previsto di base dal CCNL del Trasporto Merci, sia economicamente che sulla sicurezza. Il servizio e-commerce di consegna al piano è un settore in crescita, bisogna far crescere i diritti e i salari delle lavoratrici e dei lavoratori degli appalti», conclude il segretario generale della Filt in Brianza.
Protesta dei driver di Esselunga, la nota della società: “Gravi disagi operativi, l’azienda auspica ritorno a un confronto costruttivo”
Esselunga ha a sua volta diffuso una nota sulla vicenda: “A causa dello sciopero in corso nei confronti delle aziende che forniscono i servizi di consegna per le spese online (Brivio e Viganò, Deliverit e Cap Delivery), l’azienda sta affrontando gravi disagi operativi. La situazione ha compromesso in modo significativo la nostra capacità di garantire ai clienti il servizio e-commerce nell’area di Milano a discapito in particolare di persone anziane e in stato di fragilità per cui il servizio è indispensabile. Inoltre, la protesta messa in atto sta impedendo ai nostri dipendenti dei centri di distribuzione che preparano le spese poi affidate ai trasportatori per le consegne, di svolgere il proprio lavoro. Questo ha costretto l’azienda al ricorso alla cassa integrazione, un provvedimento che al momento interessa oltre 200 dipendenti del magazzino situato in via Dione Cassio (Mi). Questo passaggio è stato purtroppo inevitabile anche per evitare enormi sprechi alimentari. L’azienda auspica un ritorno ad un operato responsabile e a un confronto costruttivo tra tutte le parti coinvolte. La priorità rimane sempre quella di garantire un servizio di qualità ai clienti e un ambiente di lavoro stabile per i dipendenti”.