Nel giorno in cui Confapi annuncia non senza una certa soddisfazione l’intesa sulla produttività con Cgil, Cisl e Uil che riguarda 850mila lavoratori, arriva pesante come una mazzata il bilancio del primo trimestre del made in Monza. L’inizio dell’anno – secondo i dati diffusi dalla Camera di commercio e Confindustria – è stato partilarmente in salita per l’industria manifatturiera brianzola. La congiuntura parla di una flessione dello 0,5% del fatturato e dello 0,7% della produzione rispetto all’ultimo trimestre 2012. Ma il campanello d’allarme arriva dagli ordini esteri. Per la prima volta è stato registrato un -1,6% rispetto al periodo precedente. E gli ordini esteri hanno rappresentato una autentica boccata d’ossigeno per il made in Brianza. In queste condizioni gli imprenditori vedono nero e peggiorano anche le aspettative per l’occupazione. Carlo Edoardo Valli non ha nascosto le preoccupazioni del sistema camerale: «Non possiamo ignorare gli indicatori negativi perhé gli ordini esteri hanno rappresentato per il nostro manifatturiero l’ancora di salvezza in un momento in cui il mercato interno è fermo. Subito le riforme per la crescita». «A questa fase – ha aggiunto Renato Cerioli, presidente di Confindustria – si è aggiunta una politica fiscale sempre più aggressiva che indice in modo pesante sul fatturato». Il quadro di difficoltà si completa con i dati Inps in Lombardia di aprile resi noti dalla Fiom Cgil. La cassa integrazione ordinaria è aumentata del 32% e quella straordinaria del 69%: «In questi quattro anni è stato perso il 25% del tessuto produttivo regionale».
Anche gli ordini esteri in calo Ripartenza difficile in Brianza
Primo trimestre difficile per il manifatturiero brianzolo. Gli ordini esteri hanno accusato una flessione dell’1,6% in una realtà in cui l’export è fondamentale per bilanci e occupazione. Camera di commercio e Confindustria preoccupate.