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Alcatel Vimercate, lettera da Roma La politica in pressing contro i tagli

La politica cerca di fare quadrato per scongiurare la fuga di Alcatel. In questi giorni una lettera bipartisan è stata firmata da un gruppo di parlamentari di Roma per chiedere al Ceo della multinazionale francese, Michele Combes, di rivedere la ristrutturazione del centro di Vimercate.
I dipendenti Micron e Alcatel durante lo sciopero di venerdì 25 gennaio
I dipendenti Micron e Alcatel durante lo sciopero di venerdì 25 gennaio

“Il futuro di Alcatel è un grande tema per sviluppo paese e per questo occorre fare ogni sforzo per ricercare un accordo che faciliti il mantenimento in Italia di tutta la filiera di attività della sede di Vimercate, evitando lo “Shift Plan” previsto dall’azienda con l’esternalizzazione della ricerca e sviluppo dichiarata “non strategica”. E’ importante che la vicenda sia oggetto in queste ore di un intervento politico trasversale con la lettera aperta di parlamentari Pd, Scelta Civica, Popolari, Nncd inviata ai vertici della Alcatel e al ministero dello Sviluppo per sollecitare una soluzione positiva della vertenza”. Così il deputato democratico Roberto Rampi.

La lettera bipartisan è stata indirizzata ai vertici italiani e internazionali di Alcatel Lucent, al ministro per lo Sviluppo, Flavio Zanonato, al sottosegretario Claudio De Vincenti, al commissario del Governo per l’Agenda digitale, Francesco Caio e all’assessore alle attività produttive della Regione Lombardia, Mario Melazzini. Primo firmatario della lettera è Antonio Palmieri (Fi), e insieme a lui hanno sottoscritto l’appello Raffaello Vignali (Ncd), Stefano Quintarelli (Per l’Italia), Paolo Coppola (Pd), Ilaria Capua (Scelta civica per l’Italia), Mariastella Gelmini (Fi), Paolo Gentiloni (Pd), Pippo Civati (Pd), Luca Squeri (Fi), Paolo Alli (Ncd), Maurizio Bernardo (Ncd), Irene Tinagli (Scelta civica per l’Italia), Elena Centemero (Fi), Roberto Rampi (Pd), Alessia Maria Mosca (Pd), Matteo Mauri (Pd), Gian Mario Fragomeli (Pd), Paolo Cova (Pd), Jole Santelli (Fi) e Gianfranco Librandi (Scelta civica per L’Italia).

“Il sito di Vimercate fin dai tempi di Telettra rappresenta un centro di ricerca e sviluppo in grado di gestire tutte le fasi dello sviluppo di un portafoglio completo di apparati ad alta innovazione – scrivono i parlamentari – dall’ideazione alla commercializzazione. Crediamo che Governo, Parlamento e Istituzioni locali debbano lavorare per difendere la tradizione e la storia di questo centro di ricerca e garantire anche a medio-lungo periodo il mantenimento delle eccellenze tecniche e delle capacità innovative nel nostro Paese in un settore strategico come quello delle Telecomunicazioni”. “Invitiamo quindi l’azienda, impegnata in una trattativa al tavolo di crisi aperto al Ministero dello Sviluppo – continuano – a ricercare un accordo che faciliti il mantenimento in Italia di tutta la filiera di attività, anziché la semplice gestione del ‘fine vita’ dei prodotti e permetta di garantire il mantenimento delle competenze e della professionalità di alto livello oggi presenti in Italia. Si può fare, senza penalizzare le legittime esigenze aziendali”. “In queste settimane – proseguono entrando nel merito della loro proposta – si è parlato della possibilità di uno spin off di un ramo d’azienda da parte di imprese interessate alla tecnologia Alcatel. Questa soluzione è praticabile individuando una impresa realmente interessata a valorizzare il portafoglio prodotti attuale e disposta a investire in innovazione tecnologica e nello sviluppo di nuovi prodotti, garantendo quindi la valorizzazione e lo sviluppo delle competenze attualmente presenti”.

“Confidiamo – concludono – che l’azienda voglia seguire questa impostazione, che garantisce il mantenimento degli attuali livelli occupazionali, favorisce uno sbocco futuro per i giovani talenti italiani e mantiene tecnologicamente aggiornato tutto l’indotto del settore”.