Monza, l’arte come cura: le opere di Claudio Borghi alla San Pietro

L'11 giugno inaugurazione del progetto - visitabile da tutti - negli spazi della Residenza sanitaria di vialone Battisti.
Un'opera di Claudio Borghi a Parco Increa di Brugherio nel 2024
Un’opera di Claudio Borghi a Parco Increa di Brugherio nel 2024 Fabrizio Radaelli

Torna l’arte contemporanea nei giardini della Rsa San Pietro di Monza. Continua il progetto “Arte nella cura” promosso dalla cooperativa La Meridiana per portare bellezza e arte fuori dagli schemi canonici. A riempire gli spazi verdi della residenza di vialone Cesare Battisti saranno cinque installazioni dell’artista Claudio Borghi, già protagonista la scorsa estate di un analogo allestimento nella cornice verde del Parco Increa a Brugherio.

Una mostra a cielo aperto dal titolo “Uno sguardo altro”, curata da Paola Bertolotti in collaborazione con Leo Galleries. La personale aprirà al pubblico il prossimo 11 giugno. All’inaugurazione, fissata per le 18, saranno presenti l’artista insieme ad Alberto Moioli. La mostra resterà aperta al pubblico tutti i giorni, dalle 10 alle 18, fino al 30 settembre.

Monza, l’arte come cura: «Uno strumento potente»

«Da due anni portiamo l’arte e gli artisti dentro gli spazi di Meridiana – spiega Bertolotti -. Abbiamo iniziato con il pittore Luigi Bello e proseguito con nomi importanti dell’arte contemporanea come Alessandra Porfidia e Ambro Moioli, eccellenze del territorio che hanno abbracciato il progetto donando per un periodo le loro opere. Non solo. Si sono resi sempre disponibili ad incontrare gli ospiti raccontando la loro arte e regalando momenti molto coinvolgenti».

Da tempo anche la scienza ha riconosciuto il valore terapeutico e di cura che può esercitare l’arte, come ricorda Marco Fumagalli, vicepresidente di Meridiana e promotore del progetto “Arte nella cura”. «Portare le opere d’arte all’interno dei luoghi di cura rappresenta un potente strumento per migliorare il benessere degli ospiti, del personale sanitario e dei familiari. Numerosi studi dimostrano che l’arte può ridurre la percezione del dolore, alleviare lo stress e favorire il rilassamento, contribuendo così a un ambiente più sereno e accogliente. L’arte può essere una componente fondamentale nel progetto di vita delle persone, offrendo non solo un sollievo estetico ma anche un supporto psicologico e spirituale che arricchisce l’esperienza di cura».

Alcune delle opere sono state appositamente collocate accanto ai finestroni che si affacciano sul giardino, per consentire agli ospiti di vederle meglio anche dall’interno della struttura. «Ci piace molto l’idea che siano a disposizione degli ospiti della Meridiana ma anche di chiunque vorrà entrare nel cortile per ammirarle – conclude Bertolotti -. Perché lo scopo di questa iniziativa è anche quella di aprire questi luoghi affinché non siano percepiti all’esterno solo come luoghi chiusi e di sofferenza ma angoli di bellezza e in cui proporre cultura».

L'autore

Nata nell’anno dei due presidenti e dei tre papi. Scrivo per il Cittadino dal 2009, prima solo per l’edizione cartacea poi per la tv e il sito per cui realizzo anche servizi video. Mi occupo di chiesa locale, cronaca, volontariato, terzo settore, carcere. Con l’associazione Carcere Aperto nel 2011 ho realizzato insieme al fotografo Antonio Pistillo la mostra “Guardami”, dove abbiamo raccontato le storie dei detenuti della casa circondariale di Monza.