C’è stata un’epoca in cui le amministrazioni comunali investivano in arte pubblica ed è servita la morte di Arnaldo Pomodoro, lo scultore di Marciano di Romagna mancato a Milano domenica 22 giugno, alla vigilia del suo 99esimo compleanno, per ricordarlo anche alla città di Monza. Bisogna riavvolgere il nastro della memoria per tanti, tanti anni e tornare al 1987, con sindaco Rosella Panzeri, per scoprire – meglio, riscoprire – una piccola stagione di grandi opere che sono state installate nel centro della città. Non è mai più successo.
Arnaldo Pomodoro a Monza: la scultura ossidata nell’aiuola
Intanto, appunto, Arnaldo Pomodoro: una delle sue iconiche sfere si trova lungo via Vittorio Emanuele ed è una sfera appunto, spaccata a metà, che mostra all’interno uno dei suoi misteriosi “paesaggi” astratti. Non è tanto grande, ma nemmeno invisibile, e spesso nell’aiuola in cui si trova che fa da quinta al parcheggio del tribunale, viene coperta da un lato dai motorini e da un bidone della spazzatura in ghisa, dall’altro dai passanti che si accomodano sul bordo dell’aiuola (poco male, una scultura pubblica vive che delle relazioni con l’ambiente) o coperta nel peggiore dei casi da qualche estemporanea bancarella, per esempio di frittelle o castagne arrosto, nei periodi freddi. L’ossidazione ha ampiamente fatto il suo corso, da molti (esperti) sta nell’evoluzione stessa di un’opera pubblica, anche se spesso altrove continuano a luccicare: il bronzo è diventato verde-grigio e porta i segni delle piogge, la speranza è che l’ossidazione non sia di tipo corrosivo.
Arnaldo Pomodoro a Monza: la sua scultura e le altre opere del 1987

Arnaldo Pomodoro, che era nato nel 1926, aveva già 61 anni quando la sua opera è stata acquistata per diventare parte del cuore di Monza, ed era un artista di respiro internazionale. La sua sfera è stata acquistata dal Comune di Monza per 6 milioni di lire dell’epoca, un prezzo ridicolo oggi – al cambio storico sono poco più di 8mila euro, ma le sue opere vengono battute anche per centinaia di migliaia di euro.
Non c’è stato appunto solo Arnaldo Pomodoro in quella stagione di arte pubblica: allo stesso tempo la giunta di Rosella Panzeri installò poco distante una “Stele” di Giorgio Celiberti (costata 12 milioni di lire) e un “Reperto” di Sergio Alberti oltre il ponte dei Leoni (per intenderci nell’aiuola davanti al panificio Crivelli), pagato 8 milioni di lire: ci si è ricordati dell’opera giusto una manciata di anni fa, quando il Comune ha fatto pulizia del verde ingombrante e la scultura è improvvisamente ricomparsa. Alla stessa stagione appartiene anche il grande mosaico di Antonio Licata che si trova in piazza Centemero e Paleari (piazzetta Upim), questo pagato addirittura 42 milioni di lire.
Arnaldo Pomodoro a Monza: la scultura (pubblica ma privata) del fratello Gio
Peraltro non è l’unico Pomodoro di Monza, ma l’altro è antecedente, è privato e, soprattutto, è firmato dal fratello Gio: si trova al Parco 80, poco più in là dell’ospedale San Gerardo, è all’interno di una fontana e qualche anno fa c’era stata una mobilitazione per salvarlo dall’incuria, per quanto appartenga al condominio e sia una commissione dei costruttori.
Monza, la scultura e il comodato di Cascella scaduto
Capitolo a parte: da giugno 2013 la città ospita un’altra opera di arte pubblica, una scultura di Andrea Cascella che spesso viene sepolta dal verde proprio di fianco all’ingresso laterale del municipio, in piazza IV novembre. In quello spicchio di aiuola si trova un’opera che è figlia di una mostra all’arengario di Monza (allora accessibile), “Scultura per un’intesa”, che oltre a un mese di allestimento al palazzo civico aveva reso possibile un comodato d’uso gratuito al Comune di una scultura installata nello spazio pubblico: era una comodato d’uso gratuito di dieci anni, in realtà scaduto da due anni oggi, chissà se verrà rinnovato.