Gli Artivori conquistano Brescia con Ionesco

La compagnia teatrale monzese, dopo il debutto al Binario7, ha portato in tournée a Brescia, capitale della cultura 2023, l'allestimento de La cantatrice calva di Eugene Ionesco
Una scena de La cantatrice calva di Eugene Ionesco allestito da Gli Artivori

Brescia, capitale della Cultura 2023 porta la firma di Monza. Ambasciatori della Brianza al teatro Arcobaleno di Brescia, sabato 6 e domenica 7 maggio, sono stati Gli Artivori, una compagnia teatrale brianzola, in scena con  “La Cantatrice Calva” di Eugène Ionesco, un’opera con cui avevano già conquistato il pubblico monzese il mese scorso al Binario 7. «Brescia capitale della cultura – commenta Patrizia Musto, presidente de Gli Artivori, nati a Monza nel 2008 e dal 2015 parte dell’associazione Compagnie teatrali monzesi -, ha scelto di promuovere un testo così attualmente violento, una denuncia alla incomunicabilità, dove le parole viaggiano tra le orecchie come il vento che non lascia niente oltre al passaggio. Una rivisitazione moderna dove persino il cellulare entra in scena, fastidioso e riconosciuto come l’ultimo “assassino” della moderna sordità».

Compagnia teatrale Made in Brianza in tournée nella capitale della Cultura 2023

È il teatro dell’assurdo, dove non esiste una successione logica degli eventi, tanto meno una di causa ed effetto: tutto ruota intorno a dialoghi volutamente senza senso, che però riescono a catturare l’attenzione dello spettatore, che si identifica in un turbinio di parole dette, ripetute, ridette e ripetute. Cambia il tono, cambiano le espressioni, cambia il ritmo, ma non cambia il vuoto che viene trasmesso: una scena che si ripete grottesca, surreale, assurda e allo stesso tempo così reale da meritare di essere immortalata con un selfie, l’unica cosa che conta. Sul palco a Brescia come a Monza, sei personaggi: i coniugi Smith (Alberto Orsenigo e Patrizia Musto), i coniugi Martin (Carlo Scotti e Costanza Pozzoli), la cameriera Mary (Laura Sorteni) e il capitano dei pompieri (Marco Guerra), guidati dalla regia di Flavio Ambrosini. A loro il regista ha affidato la grande sfida di Ionesco, che porta il linguaggio a perdere di senso tra la ripetitività di frasi fatte, la loro banalità e soprattutto l’ossessiva ripetizione di frasi e luoghi comuni, a cui tanto la società inglese quanto la società moderna si affida per essere o sembrare qualcuno almeno per un momento, in un salotto inglese o drammaticamente e tristemente nello scatto di un selfie.

La Cantatrice Calva e il fascino e l’attualità del teatro dell’assurdo

Tra i personaggi manca La Cantatrice Calva, che non compare sul palco, di lei si dirà solo che “Si pettina sempre allo stesso modo”, ma non importa, perché sul palco c’è il pubblico così drammaticamente consapevole di essere lui il vero protagonista dell’opera. Lo sa, si identifica, ride, poi scatta un selfie e tutto ricomincia come prima in quello spazio neutro, pensato e realizzato dalla Scuola di scenografia dell’accademia di Brera con Mattia Amorelli, che ha voluto così richiamare gli spazi neutri e anonimi degli sfondi dei social. Un Ionesco così drammaticamente attuale, che non potrà che conquistare anche il pubblico di Brescia.