Villasanta piange il suo baritono: addio a Tino Nava, ambasciatore di “villasantesità”

Villasanta perde Ernesto Nava, detto Tino, il suo baritono di fama internazionale, che forse è stato uno dei maggiori ambasciatori del paese brianzolo in tutto il mondo. Si è spento nei giorni scorsi a 80 anni.
Villasanta, Ernesto Tino Nava
Villasanta, Ernesto Tino Nava Michele Boni

Villasanta perde Ernesto Nava, detto Tino, il suo baritono di fama internazionale, che forse è stato uno dei maggiori ambasciatori del paese brianzolo in tutto il mondo. Si è spento nei giorni scorsi a 80 anni circondato dall’amore e dall’affetto di sua moglie Costanza, che gli è sempre stata a fianca dal ’55 fino alla fine accompagnandolo in tutte le sue tournée con gli artisti della Scala di Milano.

La sua vita però non è stata solo fatta di musica e canto. Era nato il 12 luglio 1935 nell’osteria del Gallo di Villasanta a pochi passi da Villa Camperio da papà Angelo e mamma Edvige Della Corna, che gestivano il locale. Una volta concluse le elementari, aveva studiato per anni da autodidatta esercitandosi con un pianoforte. L’ispirazione di frequentare il conservatorio è arrivata solo a 18 anni quando in vacanza a Riccione con gli amici era stato ascoltato da alcuni intenditori, che l’avevano consigliato di sviluppare il suo talento di baritono. Da lì è iniziato il suo grande percorso artistico frequentando il conservatorio di Milano mentre in parallelo aiutava i genitori e la sorella maggiore Carla a portare avanti il ristorante.

La sua carriera ha avuto inizio nei primi anni ‘60 con il personaggio del Leporello nel “Don Giovanni” e proprio questo personaggio è stata la sua fortuna o meglio l’inizio del successo. Ha iniziato a frequentare la Scala di Milano e insieme a tenori del calibro di Felice Schiavi di Arcore e Renato Cazzaniga di Monza ha stretto un forte sodalizio artistico e d’amicizia che l’ha portato in giro per il mondo con la Bohème e Madame Butterfly interpretata addirittura in Giappone tra gli anni ’70 e ‘80. In quel periodo è entrato in contatto anche con Luciano Pavarotti, José Carreras e Placido Domingo.

«Tino è sempre un uomo sanguigno, che nonostante il successo è sempre rimasto sé stesso – ha commentato l’amico Franco Radaelli – Ha calcato grandi palchi a Praga, Berlino, Parigi, ma lui è sempre rimasto un vero villasantese, che il pomeriggio lo passava a giocare a carte all’Unione Cattolica con gli amici d’infanzia a fare polemiche ed è stato per anni il sindacalista dei cantanti. L’ho conosciuto giocando a carte ed è stato uno degli ambasciatori nel mondo di quello che io chiamo la “villasantesità”. È stata una grandissima persona».

Mercoledì pomeriggio si sono svolti i funerali nella chiesa parrocchiale di Sant’Anastasia ovviamente gremita, perché con la sua scomparsa se ne va un pezzo di storia di Villasanta e della lirica italiana.