Seregno, tempi più lunghi e costi alle stelle: metrotranvia opera a rischio. Il M5S: «È superata»

Tempi lunghissimi e costi che schizzeranno alle stelle. È il quadro che emerge, secondo Movimento 5 stelle e Fratelli d’Italia, dallo stato dell’arte della progettazione e realizzazione della metrotranvia di Seregno. E il M5S chiede addirittura di fermare tutto.
Seregno: il cantiere propedeutico alla metrotranvia in via Pacini
Seregno: il cantiere propedeutico alla metrotranvia in via Pacini

La posizione sempre molto critica del Movimento 5 Stelle sulla metrotranvia Milano-Desio-Seregno, più volte espressa nella passata legislatura nel consiglio comunale di Seregno dall’allora capogruppo Mario Nava, ha trovato una significativa eco anche nel consiglio regionale in carica. Qui il gruppo pentastellato, che siede all’opposizione, ha presentato un’interrogazione alla giunta guidata da Attilio Fontana, finalizzata ad avere delucidazioni sui ritardi che si stanno verificando, su una gestione che non viene ritenuta all’altezza e sui tempi sempre più lunghi, tanto che gli interessati, in un successivo comunicato, si sono chiesti se sia il caso «di continuare ad investire denaro pubblico su un’opera come la riqualificazione di questa tranvia, strada facendo superata dal mutare delle esigenze».

Tempi biblici per i binari

E qui si è inserito un affondo di non poco conto: «Per questo motivo, abbiamo presentato un’interrogazione alla giunta regionale, allo scopo di rendere noto lo stato dell’arte in merito all’avanzamento del progetto. Come portavoci del territorio, riteniamo che, con il tempo, si siano concretizzate altre direttrici attraverso le quali sviluppare il trasporto pubblico. Per questo motivo, crediamo sia necessario valutare attentamente i nuovi scenari, in modo da investire le risorse pubbliche con criterio, una volta esaminate e risolte tutte le criticità rilevate dal territorio». Nella sua risposta, Claudia Maria Terzi, assessore alle Infrastrutture di Palazzo Lombardia, ha confermato le tante perplessità sulle possibili lungaggini che, in pratica da sempre, accompagnano la contestata infrastruttura, di cui si parla ormai da una quindicina di anni, ma fin qui la sola evidenza sono state le opere che, a macchia di leopardo sul territorio, stanno interessando i sottoservizi: «Prima di proseguire i lavori della tramvia, in considerazione delle varianti tecnico-economiche introdotte, sarà necessario convocare una nuova conferenza dei servizi. Dopodiché, sarà necessaria una nuova approvazione da parte del Cipe. La durata dei lavori stimati è di circa ventotto mesi, a partire dalla pubblicazione della nuova delibera dello stesso Cipe».


Insomma, considerato che prima di settembre la conferenza dei servizi non sarà convocata, il rischio palese è che, fino a Natale, tutto rimanga congelato, in barba agli sconquassi che gli interventi sui sottoservizi hanno già determinato. Una piega che non è ovviamente piaciuta al gruppo pentastellato: «I tempi sono lunghissimi per i cittadini che attendono da anni una risposta alle loro esigenze».

Costi destinati ad aumentare

Ma c’è un altro rischio, ed è quello legato ci costi di realizzazione. È questa l’impressione che ha ricavato il gruppo alla Camera dei deputati di Fratelli d’Italia, dopo l’interrogazione riguardante la contestata infrastruttura. «Il Governo – recita un comunicato stampa diffuso a posteriori dal movimento che ha la sua leader in Giorgia Meloni – ha risposto ad un nostro quesito, presentato in commissione Trasporti alla Camera dei deputati da Paola Frassinetti, Alessio Butti e Carlo Fidanza, in merito ai possibili ulteriori ritardi ed aggravi di costi nei lavori per la metrotramvia. Abbiamo evidenziato – continua la comunicazione – il rischio di un aumento dei costi del progetto, a seguito di nuovi lavori per i sottoservizi, che si rendono necessari poiché sono emerse ora nuove interferenze lungo il tracciato. A fronte di ciò, si dovrà andare al ribasso di gara e ripassare dal Cipe, con conseguente incremento di tempi e forse anche di costi». In effetti, già da un anno a questa parte la zona sud del territorio locale sta facendo i conti con le opere per i sottoservizi, che si stanno concretizzando in cantierizzazioni farraginose e stanno lasciando in eredità strade disastrate, spesso con autentici crateri che, a fronte di una semplice pioggia, si trasformano in piscine.


«Allo stesso modo – concludono i parlamentari – abbiamo avuto conferma delle criticità legate all’intersezione tra metrotramvia e Pedemontana, che dovranno essere prese in considerazione nella prossima conferenza dei servizi, che la Città Metropolitana di Milano dovrà convocare alla presenza anche di Pedemontana. A fronte dell’ingente stanziamento (circa 220 milioni di euro di soldi pubblici, nda), e del tempo lunghissimo già trascorso, ovvero 10 anni dall’approvazione definitiva del Cipe, abbiamo chiesto al governo di farsi garante per giungere rapidamente alla soluzione della questione». Va ricordato che in quel di Desio è previsto un maxisvincolo di Pedemontana, con inevitabili ripercussioni in città.

Il tracciato

La nuova linea ha uno sviluppo di 14,2 km. La prima parte, fino a Paderno Dugnano (loc. Calderara) sarà a doppio binario e la seconda (da Calderara a Seregno) a binario singolo con raddoppi per gli incroci. In totale saranno 25 le fermate previste. Il progetto prevede la trasformazione della obsoleta tranvia interurbana Milano-Desio, con prolungamento a Seregno, in una moderna metrotranvia, intervenendo sulle vie di corsa, la tecnologia impiantistica, la tipologia dei treni e i criteri di esercizio. È prevista inoltre la realizzazione di un nuovo deposito tranviario ubicato al confine fra i comuni di Desio e Seregno.