Pedemontana rischia di fermarsi Cantiere infinito che mangia soldi

Pedemontana, è di nuovo allarme: il Cipe non vuole anticipare i rimborsi della defiscalizzazione. Maroni spera in un accordo, perché «abbiamo bisogno dei soldi subito», mentre Legambiente invoca un’«uscita strategica» per evitare che l’autostrada diventi la Salerno-Reggio Calabria del Nord.
Il cantiere di Pedemontana
Il cantiere di Pedemontana

Pedemontana, è di nuovo allarme: il Cipe non vuole anticipare i rimborsi della defiscalizzazione. Maroni spera in un accordo, perché «abbiamo bisogno dei soldi subito», mentre Legambiente invoca un’«uscita strategica» per evitare che l’autostrada diventi la Salerno-Reggio Calabria del Nord. Dopo le rassicurazioni dei giorni scorsi, parole del ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, sullo «sblocco» della defiscalizzazione al Cipe, da convocare entro la prossima settimana, si scopre che la vicenda è tutt’altro che risolta. A svelarlo è il responsabile trasporti di Legambiente Dario Balotta: «Il Cipe non ha approvato ma solo rinviato la defiscalizzazione di 480 milioni, chiedendo condizioni stringenti al concessionario».

L’opera infatti è già finanziata e quasi realizzata e pronta per essere inaugurata sulla tratta A dalla A8 alla A9 (Cassano Magnago-Lomazzo), mentre le problematiche finanziarie emerse negli ultimi mesi hanno rallentato le operazioni per le tratte successive, tra cui la B1 che è decisiva per Expo in quanto connette la nuova autostrada con la Milano-Meda a Lentate sul Seveso. Rispetto alle rassicurazioni del ministro Lupi sul completamento di tutta la Pedemontana entro il 2017, il governatore lombardo Roberto Maroni ha ammesso che l’ultima tratta verso Dalmine «è prevista tra il 2017 e il 2020». Per arrivare a quel punto serve però che il Cipe conceda subito la defiscalizzazione alle condizioni che Cal, il Concessionario autostrade lombarde, proporrà la settimana prossima.

«Ma il Cipe – fa sapere Dario Balotta di Legambiente Lombardia – ha preso atto del duro commento del Nars, l’organismo tecnico del ministero, che contesta molte delle richieste di Pedemontana, impone condizioni stringenti per la defiscalizzazione e richiede modifiche radicali al piano finanziario proposto per l’infrastruttura. Le richieste di Pedemontana non sono dovute ma sono da ritenersi richieste di un soggetto privato che non ha rispettato i propri impegni, ed è giusto che l’autorità pubblica tuteli l’interesse generale visto che da due anni sostiene l’opera all’80%, coprendo i mancati investimenti privati dei soci, Serravalle e banche».

Mancano infatti all’appello circa 270 milioni di euro: ecco perché la boccata d’ossigeno del Cipe è più che mai necessaria. Roberto Maroni ha confermato che il problema c’è, e rischia di rappresentare un ulteriore bastone tra le ruote per la già traballante realizzazione dell’autostrada Busto-Dalmine. «Ho parlato con Lupi e il Cipe ci sarà probabilmente mercoledì prossimo – spiega Maroni – La defiscalizzazione doveva già essere approvata il 19 aprile ma è stato rinviato tutto perché c’erano richieste assurde da parte del Ministero dell’economia e delle finanze, che l’avrebbe concessa ma in modo assolutamente inutile, solo quando sarà completata l’opera, che è come dire “arrivederci e grazie”».