Nomadi tra Seregno e Lissone Proteste per le mega carovane

Nomadi sotto casa, che problema! Lo stanno capendo giorno per giorno abitanti e titolari di attività produttive nel comparto al confine tra Seregno e Lissone, teatro ormai a ciclo continuo dell’arrivo di carovane di persone per lo più di origine spagnola, senza fissa dimora, che si installano a turno nella seregnese via Strauss e nella lissonese via Gandhi.
Lissone e Seregno - L'accampamento dei nomadi visto dalla seregnese via Strauss
Lissone e Seregno – L’accampamento dei nomadi visto dalla seregnese via Strauss (foto Paolo Colzani)

Nomadi sotto casa, che problema! Lo stanno capendo giorno per giorno abitanti e titolari di attività produttive nel comparto al confine tra Seregno e Lissone, teatro ormai a ciclo continuo dell’arrivo di carovane di persone per lo più di origine spagnola, senza fissa dimora, che si installano a turno nella seregnese via Strauss e nella lissonese via Gandhi.

«Ormai il giochino è chiaro -spiegano gli interessati-. Sapendo che la legge concede un massimo di quarantott’ore per la permanenza, i nomadi si stabiliscono prima da una parte, per poi spostarsi dall’altra una volta notificata loro l’ordinanza di sgombero. Da questo punto di vista, la Polizia locale di Seregno almeno è più celere di quella di Lissone: negli ultimi giorni, sul territorio lissonese le carovane si sono trattenute anche il doppio del consentito».

Il perché delle lamentele è presto illustrato: questa importuna, con continue richieste di soldi e talvolta anche di gasolio, musica o schiamazzi fino alle ore piccole e poi la sporcizia che resta in terra. A Seregno la zona era stata scelta come luogo di sosta per i giostrai e questo induce i nomadi a fermarsi. Abitanti e imprenditori chiedono se non sia possibile creare un campo attrezzato per le roulotte dove chi si ferma non rechi danno ad altri.

Anche a Lissone, della questione lo scorso anno è stato investito il sindaco Concetta Monguzzi, ma finora nulla è cambiato. Qualche possibile rimedio, a dire il vero, è stato anche ipotizzato, ma già in prima battuta pare poco convincente: «Sappiamo -dice un imprenditore – che si sta pensando di collocare una sbarra mobile all’ingresso del parcheggio di via Gandhi, una novità di cui da quel che ci è stato detto dovremmo farci carico dal punto di vista economico. Le nostre perplessità non nascono però da questo aspetto, bensì dall’utilità effettiva che la novità avrebbe. La sbarra resterebbe aperta di giorno, mentre sarebbe abbassata la notte per scongiurare arrivi sgraditi. Ma, così facendo, questi arrivi sarebbero comunque possibili durante le ore di luce e cambierebbe poco. Si potrebbe optare per dotare residenti ed attività produttive di un telecomando con cui azionare la sbarra stessa, ma in questo modo il posteggio diventerebbe di fatto privato. Ed anche l’installazione di un archetto all’ingresso al posto della sbarra ci pare impraticabile, poiché a quel punto il passaggio sarebbe impedito non solo alle roulotte dei nomadi, ma anche a furgoni e camion diretti nei vari capannoni».

Anche qui, insomma, la richiesta è di creare aree attrezzate per i nomadi. in zone neutre.