Sul Comune di Seregno interviene Marco Minniti. Dopo le dimissioni in massa registrate in mattinata tra i consiglieri di maggioranza e poi di opposizione, il ministro dell’Interno ha delegato il prefetto di Monza e Brianza Giovanna Vilasi a esercitare l’accesso al Comune di Seregno per verificare la sussistenza di collegamenti con la criminalità organizzata di tipo mafioso.
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È l’esito della maxi operazione antimafia che martedì all’alba ha portato all’arresto del sindaco Edoardo Mazza (Forza Italia), ai domiciliari con l’accusa di aver favorito gli affari di un imprenditore legato ai clan in cambio di voti, e dell’imprenditore Lugarà; indagato a piede libero il vicesindaco leghista Giacinto Mariani, che mercoledì sera aveva anticipato tutti annunciando l’intenzione di presentare le dimissioni con tutto il gruppo consiliare.
Il prefetto ha anche proposto lo scioglimento e disposto la sospensione del consiglio comunale con la nomina di un commissario prefettizio, il prefetto Antonio Cananá, per la provvisoria amministrazione dell’ente.
Per venerdì mattina intanto è atteso l’interrogatorio del sindaco arrestato.
Giovedì è stato sentito per circa due ore in carcere Antonino Lugara: l’uomo, accusato di aver raccolto voti per interesse urbanistico, si è difeso sostenendo che col progetto del supermercato non sarebbe stato commesso alcun illecito. Sul fronte politico ha detto di aver partecipato a un incontro elettorale, respingendo l’accusa di aver avuto un ruolo nell’elezione di Mazza. L’avvocato Ricci ha presentato istanza per la revoca della misura cautelare o dei domiciliari.
Sentito il consigliere comunale Stefano Gatti: si è presentato davanti al Gip (è ai domiciliari) e per un’ora si è difeso anche rispetto ai suoi rapporti con Lugarà. Il suo avvocato si riserva di chiedere revoca dei domiciliari. In tribunale anche l’ex vicesindaco Giacinto Mariani: i magistrati si sono riservati la decisione su eventuali misure a suo carico.