Monza, Scanagatti pronto a ricandidarsi a sindaco: «Un mandato non basta»

Il sindaco di Monza Roberto Scanagatti prende tempo: deciderà la coalizione chi corre per le comunali del 2017. Ma intanto aggiunge: «Un mandato non basta». Che vuole dire: non penso al parlamento, pronto a ricandidarmi in città per il Pd.
Roberto Scanagatti in piazza dopo la vittoria delle elezioni a Monza nel 2013
Roberto Scanagatti in piazza dopo la vittoria delle elezioni a Monza nel 2013 FABRIZIO RADAELLI

«Sto bene nella mia città e intendo amministrarla fino all’ultimo minuto, sia che mi ricandidi sia che decida diversamente». Roberto Scanagatti lascia comprendere abbastanza chiaramente quali siano i suoi programmi per il 2017: per ora non ha nessuna voglia di puntare verso Roma. Lo fa rispondendo alle sollecitazioni del Pd, già proiettato alle prossime elezioni comunali.

I democratici si sono confrontati qualche giorno fa in direzione cittadina e hanno deciso di lanciare una sorta di ultimatum al sindaco: a dicembre, con gli auguri di Natale, lo inviteranno a comunicare entro marzo 2016 se tra due anni si ripresenterà alla guida dello schieramento di centrosinistra. «Dobbiamo – si sono detti – saperlo per tempo perché se ha altri piani dobbiamo mettere in piedi le primarie. E, dato che saranno di coalizione, dobbiamo capire chi ci starà, se gli alleati del 2012 esistono ancora, se ce ne saranno di nuovi». Marzo, magari, potrebbe diventare aprile o maggio e il Pd potrebbe ritrovarsi alle porte dell’estate a scremare nomi e a tessere rapporti con compagni di cordata vecchi e nuovi. In autunno potrebbe serrare i tempi, ma il mini referendum per incoronare il candidato difficilmente si potrebbe tenere prima dell’inverno: tre anni fa la consultazione si era svolta il 22 gennaio, comunque in anticipo rispetto a quella milanese che il 7 febbraio individuerà l’aspirante alla successione di Giuliano Pisapia. I democratici, hanno convenuto, continueranno a mantenere i rapporti con Pippo Civati per tentare di convincerlo a presentarsi al loro fianco con il suo movimento Possibile. «Un conto – hanno stabilito insieme – è sparare contro un nemico sconosciuto, un altro contro persone con cui si è lavorato per anni».

L’ultimatum non sembra cogliere troppo di sorpresa Scanagatti: «Va bene – commenta il sindaco – non partire tardi, ma nemmeno troppo presto. Non sarò certo io a mettere in difficoltà la coalizione, però la valutazione su cosa fare va effettuata insieme: bisogna ragionare su quello che si è realizzato, su come si è lavorato e se esistono le condizioni politiche per riproporre» una sua riedizione. Il primo cittadino pare guadagnare tempo, salvo poi aggiungere: «Un mandato spesso non è sufficiente per fare tutto: in questi anni abbiamo messo parecchia carne al fuoco. Ci sono progetti molto ambiziosi da portare avanti che oltrepasseranno anche il secondo». E, tanto per essere chiaro, precisa: «Ora non è nelle mie ambizioni andare a Roma. Mi piace quello che sto facendo e cerco di farlo con il massimo dell’impegno: sarebbe profondamente sbagliato pensare ad altro. Quando sarà il momento valuteremo cosa sarà meglio per tutti». Senza, però, forzare troppo i tempi dato che il quadro politico nazionale è in continua evoluzione e perché «chi pensa alle possibilità future rischia di perdere di vista gli impegni del presente».