Missione compiuta per Brianzacque: ha concluso la riqualificazione del depuratore di San Rocco a Monza in due anni esatti. L’ha fatto abbattendo costi, miasmi ed emissioni di azoto. Rispettando i tempi previsti e regalando il “nuovo” depuratore al quartiere proprio a pochi giorni dal Natale.
«Marciando veloce e mantenendo standard di qualità elevati – ha commentato Enrico Boerci, presidente della partecipata controllata direttamente dai comuni soci – abbiamo dimostrato che un’azienda pubblica può fare anche meglio del privato».
Il 19 dicembre 2015, in tarda mattinata, era stato presentato il progetto “Il cantiere che cambia il quartiere”: a ventiquattro mesi di distanza, il 19 dicembre 2017, sempre allo stesso orario, Boerci ha illustrato agli amministratori e ai sindaci brianzoli soci, ai vertici di Ato e ai rappresentanti del comitato di quartiere di San Rocco, ai progettisti e alle aziende fornitrici, i lavori compiuti e i risultati raggiunti – tabella di marcia alla mano, anche in anticipo di diciassette giorni rispetto alla data preventivata. Presentato in sostituzione al vecchio master plan, che con i suoi dieci anni di lavori per 65 milioni di euro era alla fine stato giudicato troppo lungo e troppo costoso, il nuovo progetto, più snello ed economico, puntava ad allinearsi alle normative di regione Lombardia e far fronte alle richieste dei residenti del quartiere, che da troppo tempo lamentavano cattivi odori.
Alla copertura delle due vasche di sedimentazione primaria – la prima, dal diametro di 60 metri, era stata “sigillata” nel luglio 2016 mentre la seconda, di 52 metri, è stata chiusa nel giugno di quest’anno – ha fatto seguito la riqualificazione della sezione di ossidazione, ultimata nei giorni scorsi. Interessate dal restyling tutte le sedici vasche rettangolari: «Apparecchiature e metodologie ad aria ormai superate – ha spiegato Boerci – sono state sostituite dal processo ad aerazione intermittente con nuovi compressori compatti ad alta efficienza energetica, che alimentano una rete di oltre 18mila diffusori a membrana».
Ammodernato anche l’ex edificio ventilatori, trasformato ora in una nuova e moderna centrale di produzione dell’aria. «Il nostro lavoro non termina certo qui: l’impianto presenta ancora situazioni da migliorare. È così grande che risulta impossibile pensare che sia a emissioni zero. Ora – ha concluso – vorremmo avvicinare l’area di pesa dei camion alle vasche di sedimentazione e creare un’area coibentata per abbattere ulteriormente le emissioni. Realizzeremo queste e altre migliorie nei prossimi quattro anni grazie a un piano di investimenti da 127 milioni, di cui 50 provenienti da fondi europei».