Slc Monza Brianza della Cgil, il sindacato dei lavoratori della comunicazione, è intervenuto per voce del suo segretario Massimo Casucci per commentare una presunta aggressione che sarebbe accaduta martedì 18 marzo nell’ufficio postale di via Volta, a Monza, ai danni del personale. “Un cliente, entrato nella filiale con un pitbull, spazientito dall’attesa, all’invito di attendere il proprio turno e di infilare la museruola al cane – spiega il sindacato – ha reagito con gesti platealmente isterici e incontrollati, scaraventando via tutto ciò che trovava sullo sportello e dinanzi a sé e minacciando con frasi ingiuriose ed offensive il personale che gli aveva comunicato l’obbligo della museruola. L’utente, in preda ad una vera e propria crisi di nervi e in presenza di decine di testimoni, è stato ridotto alla ragione ed allontanato solo grazie all’arrivo dei Carabinieri”.
Monza, aggressione alle Poste, la Cgil: “Episodi che tolgono serenità a chi lavora”
Slc Cgil ha espresso vicinanza per le operatrici di Sportello e la direttrice della filiale di via Volta: “Non passa giorno – dice – che non si abbia notizia di personale pubblico o privato che subisce aggressioni nel suo lavoro con il pubblico mentre fornisce servizi, assistenza o cura: personale sanitario e sociosanitario, polizia municipale, personale dei mezzi pubblici, insegnanti, chi lavora nel commercio o nell’assistenza tecnica alle utenze, per citare i casi più eclatanti”. “Le aggressioni, anche solo verbali o potenziali, esprimibili attraverso atteggiamenti ostili, sono episodi che impediscono a chi lavora di avere la serenità necessaria per svolgere il fondamentale e delicato lavoro cui sono preposti, esponendoli al rischio di errori”.
Monza, aggressione alle Poste: “No alla militarizzazione degli uffici”
“In un periodo in cui l’intero mondo del lavoro è sottoposto a criticità senza precedenti e mentre le condizioni di lavoro diventano sempre più precarie e a basse retribuzioni, è inaccettabile che coloro che svolgono un lavoro al servizio della collettività siano vittime di minacce e aggressioni.” conclude il sindacato, che invita a pensare a una sicurezza sul lavoro che non passi dalla “militarizzazione” delle strutture, bensì “attraverso un profondo cambiamento culturale che torni a riconoscere valore e professionalità al lavoro, investendo in provvedimenti strutturali e organizzativi e con interventi di carattere formativo nella comunicazione e nella gestione delle situazioni complesse e rischiose, fornendo al personale dotazioni adeguate e supportandolo con percorsi di sostegno e recupero”.