Mobilitazione per incontrare i congiunti: «Non fateci passare Natale da soli»

C’è anche una monzese tra i fondatori del gruppo Facebook per i ricongiungimenti fuori dalla Regione che ha raccolto 6mila adesioni: le loro storie e il loro appello.
Luminarie natalizie a Monza
Luminarie natalizie a Monza Fabrizio Radaelli

Sono quasi seimila persone in tutta Italia che hanno lanciato il loro grido di dolore su Facebook: lasciateci uscire dalle nostre regioni per andare a trovare i nostri affetti più cari. Le loro voci si incontrano quotidianamente su un gruppo denominato “Congiunti e fidanzati fuori regione” che vede tra i fondatori una monzese, Liliana Scanzano.

«L’idea di costituire questo gruppo – spiega – l’ho avuta a marzo insieme ad altre persone con le quali mi ero sentita in occasione del primo lockdown. A pesare era la lontananza dai nostri compagni e dai nostri parenti più stretti. Chi viveva il confinamento in famiglia non riusciva a capire la nostra condizione. A noi, invece, mancavano la quotidianità, la presenza, la possibilità di un gesto d’amore e di un sorriso». Alla rete si sono via via accostate sempre più persone di età e di provenienza diverse.

«Ci sono madri, padri, nonni, nipoti e fidanzati sparsi su tutto il territorio nazionale -riprende – ciascuno con le sue problematiche. C’è una giovanissima futura mamma costretta a partorire lontana dal suo compagno che abita in una regione a zona rossa, una nonna che non vede da mesi la propria nipotina che abita nel nord Italia, fidanzati residenti in regioni diverse che non si vedono da settimane e che rischiano pure di separarsi». Lontano dagli occhi, lontano dal cuore recita un proverbio che in molti casi sembra tramutarsi in realtà. «Io stessa posso testimoniare quanto sia difficile vivere una storia d’amore a distanza -sottolinea Liliana, il cui fidanzato abita in Toscana- Il non potersi vedere, il non potersi confrontare su piccole e grandi cose può generare equivoci e fraintendimenti. Talvolta anche il battibecco più banale rischia di trasformarsi in qualcosa di serio. La distanza, la voce che arriva attraverso il telefono non permettono di chiarirsi subito. Manca l’immediatezza, il guardarsi negli occhi. In questi mesi molte coppie sono giunte alla rottura».

E poi vi sono situazioni drammatiche in cui i parenti più stretti non si sono potuti incontrare per dire addio a un proprio congiunto. «Molti nostri iscritti -precisa la monzese- non sono riusciti ad uscire dalla loro regione nemmeno per rendere omaggio a un proprio caro morto di Covid o di altre malattie. Abbiamo raccolto testimonianze dolorose di persone che non sono state in grado di elaborare il loro lutto».

Sul gruppo sono stati pubblicati anche diversi video, alcuni dei quali sono stati inviati a trasmissioni televisive. «Purtroppo non abbiamo ottenuto la considerazione che speravamo. Gran parte dell’opinione pubblica ci ritiene capricciosi ed egoisti ma non è colpa nostra se i nostri affetti, siano essi fidanzati o genitori, abitano lontano dal nostro luogo di residenza». Finché ha potuto Liliana si è recata in Toscana a trovare la sua dolce metà in treno. «Posso assicurare che sui convogli ad alta velocità l’igiene e il distanziamento erano garantiti – conclude – viaggiare così non era affatto pericoloso. So che in altre nazioni esiste la possibilità di vedere i propri affetti anche fuori dalla propria regione. Noi, invece, con ogni probabilità saremo destinati a trascorrere il Natale in solitudine».