Si è tornato a parlare pubblicamente di Pedemontana anche a Desio. Uno dei tanti presidi organizzati domenica 23 maggio lungo i paesi toccati dalle future tratte B2 e C per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’impatto che l’autostrada in progetto avrà sul territorio della Brianza, si è tenuto nel quartiere San Giorgio, già penalizzato e separato dal resto della città negli anni ’90 con l’arrivo della nuova statale 36, il viale Zara.
Una strada, questa, larga 22 metri, che da allora è sotto gli occhi di tutti (basta fermarsi un attimo sopra il ponte di via Tagliabue e guardare giù) e che in pratica ha separato il rione dal centro cittadino. Ora la Pedemontana promette una nuova e più dolorosa ferita al quartiere e all’intera città: 32 metri di lacerazione, perpendicolare alla statale 36. Per realizzarla serve spazio. E allora bisogna espropriare terreno. È quello che da tempo sta accadendo, sacrificando aree agricole ed altre occupate, con eccezione per qualche, diciamo così, privilegiato. Aree in alcuni casi occupate da abitazione. Da famiglie. Da vite. Da storie.
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I termini degli espropri, che da tempo non fanno dormire un sacco di gente di Desio, soprattutto quelli ai quali viene chiesto di sloggiare, di trovarsi altre sistemazioni in cambio di irrisorie offerte, stanno di nuovo scadendo. Sono scaduti più volte, ma sono stati sempre rinnovati dalla Regione, per la felicità di chi non ce la fa più a resistere e non trova nessuno in grado di aiutarli, né il comune, né la provincia, né la regione stessa, né lo stato. Nessuno.
Domenica 23 anche a Desio si è risollevato e riproposto il problema. Una messinscena ha ironicamente finto la consegna del “Devastino d’oro” a Impregilo – oggi in realtà Webuild, nato dalla fusione di Salini e Impregilo.
Presenti i rappresentanti del Movimento 5Stelle, col consigliere regionale Gianmarco Corbetta. Qualcuno ha invece avuto a che ridire della presenza della nutrita rappresentanza del Pd locale, accusato di non aver sostenuto fino ad ora le proteste e le lotte contro il progetto di Pedemontana. Ci sono stati coloriti scontri verbali, fischi, inviti ad andarsene. Dei partiti di centrodestra neanche l’ombra, a conferma della loro adesione al progetto Pedemontana. La sintesi, politica a parte, è stata espressa dalle parole della rappresentante del comitato di quartiere: saremo accerchiati, saremo sopraffatti, speriamo bene per i nostri figlie e nipoti.