Mercati, gli ambulanti e le conseguenze della pandemia: a rischio le concessioni in scadenza

Ambulanti a rischio e la presidente provinciale della categoria e componente del direttivo regionale di Confcommercio si fa portavoce dei problemi dei suoi colleghi: concessioni in scadenza, ma non tutti sanno se potranno riaverle.
Mercato Roberta Bordin Responsabile Ambulanti
Mercato Roberta Bordin Responsabile Ambulanti Gianni Radaelli

Molti ambulanti rischiano di non poter più montare i loro banchi nei mercati brianzoli: l’allarme è lanciato da Roberta Bordin, presidente provinciale della categoria e componente del consiglio direttivo regionale di Confcommercio. La colpa, ancora una volta, è della crisi causata dalla pandemia che ha acuito le difficoltà che da tempo colpiscono il settore.

«In questo periodo – spiega – stanno scadendo le concessioni che permettono di allestire le bancarelle nei mercati: di norma vengono rinnovate quasi automaticamente a chi ha i requisiti morali richiesti, non ha questioni penali in sospeso, è in regola con i versamenti dei contributi all’Inps e il pagamento delle tasse locali, tra cui la Tosap».

Proprio questo è il punto dolente: molti ambulanti non sono stati in grado di saldare i tributi dovuti alla fine del 2019: il 2020 per il comparto è stato un anno nero e tra il lockdown primaverile e le successive fasce rosse che si sono alternate a quelle arancioni tutti, ad eccezione degli alimentaristi, hanno lavorato ben poco. Nei periodi in cui hanno potuto montare le bancarelle hanno, inoltre, dovuto fare i conti con le difficoltà economiche dei loro clienti.

«Alcuni comuni – aggiunge la presidente – hanno concesso una proroga o proposto piani di rientro di sessanta giorni che ora, però, stanno scadendo. Da qualche municipio, tra cui quello di Nova Milanese, stanno già convocando gli operatori e tanti temono di vedersi revocata la concessione» che ha una validità di dodici anni.

Parecchi mercatali hanno bollettini arretrati di svariate migliaia di euro a cui si aggiungono le spese necessarie a mandare avanti l’attività che andrebbero saldate entro il 1° giugno: i ristori del Governo e della Regione sono arrivati ma non sempre sono stati sufficienti a coprire tutte le spese. C’è chi, racconta la presidente, ha dovuto scegliere se pagare le tasse o la scuola dei figli: ora qualcuno spera in un nuova tornata di contributi a fondo perduto destinati a chi lo scorso anno ha registrato una perdita non inferiore al 33% rispetto al 2019.

«Il 2020 – commenta Roberta Bordin – è stato un anno perso e anche a Natale le vendite non sono aumentate».
Il presente, oltretutto, non è roseo: proprio per questo l’ultima settimana in zona rossa non ha inciso più di tanto sugli affari già magri: «Per noi – afferma – gennaio e febbraio sono tradizionalmente i mesi peggiori. Per i mercatali il periodo dei saldi non è importante come per i negozianti in quanto i nostri prezzi sono concorrenziali tutto l’anno dato che abbiamo meno ricarichi».

Nonostante il timore del contagio e il continuo balletto tra zone rosse e arancioni il covid-19 non ha tolto ai brianzoli la voglia di fare acquisti nelle piazze: «La gente – assicura la presidente – è sempre contenta di venire da noi e sorride anche sotto la mascherina».