M5S a Rimini, il candidato monzese Novi: «Ho fatto il consigliere comunale, sono un padre, posso guidare il Paese»

Nel giorno dei risultati delle primarie M5S, le parole dello sfidante monzese di Di Maio, Gianmarco Novi, in un’intervista al Cittadino prima del voto: «Sono padre di famiglia, sono stato in consiglio comunale, posso guidare il Paese»
Al centro Gianmarco Novi in consiglio a Monza nei primi mesi di mandato, nel 2012
Al centro Gianmarco Novi in consiglio a Monza nei primi mesi di mandato, nel 2012 FABRIZIO RADAELLI

Ormai i giochi sono fatti e nella giornata di sabato 23 settembre a l’Italia 5 stelle sarà decretato il nome del candidato del Movimento creato da Beppe Grillo alla presidenza del consiglio: pochi hanno dubbi sul fatto che quel nome sia quello di Luigi Di Maio. Ma tra i pochi che hanno provato a sfidare il vicepresidente della Camera dei deputati c’è anche Gianmarco Novi, che alla vigilia del voto sulla piattaforma Rousseau aveva le idee chiare.

Novi, imprenditore quarantenne che fino a giugno ha rappresentato i grillini in municipio a Monza come consigliere di minoranza, sembrava credere all’impossibile così come non sembrava essere turbato dalla responsabilità enorme che comporterebbe un’eventuale vittoria: «Ho la testa sulle spalle – ha detto al Cittadino- sono un padre di famiglia, ho fatto per cinque anni il consigliere comunale e ora mi sento all’altezza di guidare il Paese». «Sono un attivista della prima ora – spiegava – e ho deciso di sfruttare le opportunità consentite dal Movimento: da sempre sono convinto che solo con la partecipazione attiva dei cittadini sia possibile cambiare le sorti dell’Italia. Colgo questa occasione in quanto ritengo che alcuni punti del nostro programma vadano sostenuti con forza».

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La sua decisione – aveva avvertito – non andava letta in contrapposizione alla candidatura di Di Maio: «Ha fatto un lavoro enorme – precisava – e lo stimo. Il nostro, però, non è un partito con un leader e se gli attivisti hanno idee differenti dalle sue potranno scegliere me». Per farsi conoscere non ha programmato negli ultimi giorni alcun tipo di campagna elettorale e puntava su un programma essenziale: il ritorno alla sovranità monetaria e l’introduzione dei referendum legislativi, senza quorum, sul modello svizzero che permetterebbero agli italiani di scegliere le leggi da promulgare. «Ritengo fondamentale – annotava l’aspirante presidente del Consiglio – che anche il nostro Paese abbia una banca di stato che possa emettere moneta».

Il vincitore della competizione, secondo alcune stime, sarà eletto da non più di 130.000 cittadini, ma presto si saprà il dato diffuso dal Movimento 5 stelle. Se dovesse andare male il monzese sembra già pensare alle primarie che designeranno i candidati al Parlamento: «Non mi sono ripresentato alle amministrative – ha chiarito – per ragioni personali. Da giugno, però, molte cose sono cambiate: mi sono confrontato con la mia famiglia e il mio gruppo e ho maturato questa decisione».