Dalla ricerca monzese un altro passo in avanti nella battaglia contro la leucemia linfoblastica acuta del bambino. Autrice è una laureata in biotecnologia, che in squadra lavora per la Fondazione Tettamanti. Chiara Palmi, 34 anni, sposata e con due figlie piccole, ha lavorato per cinque anni, da settembre 2000 a luglio 2005 sul midollo osseo di 120 pazienti italiani e 92 tedeschi.
Al termine di questa lunga e paziente ricerca, sotto la guida del responsabile di reparto Gianni Cazzaniga, è arrivata a identificare un gene nelle leucemie di tipo T che permette una classificazione dei malati. Se c’è questo gene, il paziente va classificato ad alto rischio di recidive e di morte. Alla classificazione segue una terapia più mirata. In sostanza, si possono salvare più vite.
Il lavoro di Chiara ha vinto il concorso per under 40 della società di Ematologia, ed è stato presentato sia a Roma che in America. Una bella ciliegina sulla torta dei vent’anni di via della Fondazione Tettamanti, fiore all’occhiello dell’ospedale monzese. Sabato, dalle 10, in università, in via Cadore, un convegno con luminari sottolineerà il compleanno.