Lettera anonima contro l’oratorio di Calò, ma la frazione si spacca

Una lettera di protesta anonima contro l'oratorio, affissa nella bacheca all’ingresso della chiesa di Calò, ha spaccato la frazione.
La frazione di Calò vista dall’alto
La frazione di Calò vista dall’alto

La presente per denunciare la continua inciviltà nella gestione dell’oratorio di Calò, utilizzato principalmente come discarica all’aperto“. Inizia così una lettera di protesta anonima, affissa nella bacheca all’ingresso della chiesa di Calò lo scorso weekend. Missiva diretta a un lungo elenco di sacerdoti – il vicario episcopale di Monza don Luciano Angaroni, il parroco don Mauro Malighetti, il don di Carate Giuseppe Conti, il vicario referente per la frazione don Antonio Anastasi,  e l’arcivescovo Mario Delpini – scritta da ignoti che si sono firmati come “il Paese di Calò“, ma che date le proteste suscitate nella frazione, sicuramente non rappresentano la totalità dei concittadini.

Lettera anonima: i temi della denuncia

La denuncia tocca vari aspetti organizzativi dell’oratorio e diverse iniziative che si svolgono soprattutto nei mesi estivi. “Per questo paese il tormento maggiore è con l’arrivo dell’estate, in quanto è impossibile tenere le finestre aperte durante quello che viene definito “l’oratorio estivo” con musica ad alto volume e altoparlanti esterni per tutto il giorno e anche la sera“, e durante la festa della frazione che “dura praticamente tutti i fine settimana del mese di luglio”, sostengono gli autori della lettera, che lamentano anche “il frequente lancio di palloni all’esterno” dell’oratorio e “la presenza di ragazzini e ragazzine che fumano“, oltre al “rumore assordante e gradevole consentito anche ben oltre le 2 di notte” durante le iniziative organizzate nel corso dell’anno nell’oratorio.
Una situazione che, a detta dei firmatari anonimi, perdura da anni, ed è stata segnalata “più volte ai vari responsabili di Calò e Besana ma il risultato è stato sempre lo stesso: disinteresse, incuria, assoluta indifferenza, importanza solo agli incassi e ovviamente nessuna soluzione“.

La missiva si chiude con un avvertimento: “Se il problema non sarà prontamente risolto, ci vedremo costretti a procedere con le forze dell’ordine e per vie legali dove verranno riportate tutte le firme“.

Lettera anonima: molti i contrari

Come detto, quanto scritto nella denuncia non trova d’accordo i parrocchiani e diversi cittadini della frazione, che sui social si sono dissociati da quanto riportato. Uno tra tutti, il cittadino Roberto Sala di Calò: “I Calòresi si dissociano fermamente dalle accuse scritte da questa anonima figura che non ha neanche il coraggio di esporsi con la propria faccia. Da 40 anni abito proprio a fianco del cortile e del campo sportivo dove si svolgono le “scellerate attività criminali” e posso garantire che  l’oratorio estivo e la festa di Calò non ha mai creato problemi a nessuno“, ha dichiarato.